C’è preoccupazione anche nelle Marche per l’andamento delle domande presentate dagli agricoltori per i contributi della Pac, in linea con quanto sta accadendo in Italia e un po’ in generale in tutta l’Unione europea come evidenziato da Confagricoltura nazionale.
Non sono ancora disponibili dati ufficiali, infatti, ma dalle prime indicazioni risulta un calo generalizzato delle domande delle aziende agricole relative ai maggiori sostegni previsti dagli “ecoschemi” varati per rafforzare la valenza ambientale dell’attività agricola (quella che in passato era ricompresa nel “greening).
In particolare nella nostra regione – secondo i primi dati della stessa organizzazione – si stima che un’azienda agricola su due abbia rinunciato a tale opportunità. Il motivo è semplice: sono maggiori gli oneri che i benefici. In particolare, se si prende ad esempio l’ecoschema 4 sulle colture estensive, il contributo (sulla cui entità minima non vi è peraltro alcuna certezza) è concesso in presenza di un avvicendamento almeno biennale, vale a dire sostituendo una coltura cerealicola con una migliorativa – come girasole o foraggio – al netto dell’esclusione o della riduzione dell’uso di fitofarmaci e diserbanti di sintesi. Trovarci un margine di guadagno è davvero difficile e comunque, a fronte del rischio di sanzioni, in questo primo anno molte aziende restano alla finestra per capire quanto è in realtà il contributo percepibile rispetto alla minor resa prevista.
“L’ultima riforma della politica agricola comune (Pac) – sottolinea più in generale Confagricoltura – è vistosamente inadeguata rispetto alle esigenze che si sono manifestate a seguito della pandemia e dell’aggressione russa all’Ucraina. Tuttavia, in una fase in cui la sicurezza e l’indipendenza alimentare, sono tornate in primo piano, il “disinteresse” degli agricoltori nei confronti della Pac è motivo di preoccupazione. Ecco perché risulta indispensabile incrementare i fondi assegnati al bilancio agricolo dell’Unione. Occorre anche aumentare la dotazione della riserva di crisi della Pac, da utilizzare come strumento di intervento rapido e diretto per ristorare i danni, ormai ricorrenti e diffusi, provocati dal cambiamento climatico”.