Le Marche non possono che guardare con interesse a “Mediterranea”, l’associazione costituita da Unione Italiana Food che raccoglie 900 marchi della trasformazione alimentare e Confagricoltura che rappresenta circa il 45% della produzione agricola nazionale. Una unione di intenti che avvicina due anelli chiave della filiera agroalimentare che va dal campo al prodotto finito. E che nasce proprio con l’obiettivo di creare accordi di filiera e di promuovere il made in Italy all’estero.
La nostra regione, infatti, è già da tempo proiettata in questa direzione e con lusinghieri risultati, specialmente nel grano duro che è la coltivazione portante delle Marche. Relativamente a questo cereale, le principali aziende aderenti a Confagricoltura hanno un rapporto consolidato con la Barilla, il cui vicepresidente tra l’altro è il presidente di Unione Italiana Food. A partire dal Consorzio Agrario di Ancona, il maggiore centro di stoccaggio di grano duro marchigiano, dove conferiscono circa 4 mila aziende agricole da ben tre diverse province.
Piena condivisione da parte degli operatori marchigiani anche sul messaggio inviato dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – che è anche presidente di Mediterranea (vice è Paolo Barilla) – laddove chiarisce che “all’interno delle filiere l’obiettivo non deve essere più quello di ottenere una fetta più grande degli altri, ma di puntare a una torta più grande per tutti”.
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