Agricoltura a tempo di Natura. È l’azienda agricola biologica “la Collina Dorata” che coltiva con metodo “No Dig” fiori, piante aromatiche e orticole. Una tecnica inglese che non rivolta il terreno (No dig si traduce per l’appunto “senza scavo”), importata dalla trentaseienne agronoma Eleonora Giuliodori sui dolci e belli rilievi di Offagna. Per semplificare consiste nel coltivare la pianta in un compost creato con scienze ed arte sopra il terreno naturale e lascia che si sviluppino da sole la vita e la flora naturali presenti nel terreno invece di dissodare.
“Di ritorno dall’Inghilterra – spiega la giovane laureata all’Università della Politecnica delle Marche – non ho voluto creare un’azienda agricola ma un modello virtuoso di azienda bio su piccola scala del cui successo sono stata testimone diretta nel Regno Unito”.
Nel suo curriculum, la cura di prestigiosi giardini botanici storici amministrati dal National Trust, la conduzione dell’orto di chef stellati, di aziende agraria ed oggi è consulente a Firenze della New York Università per il restauro del giardino barocco di Villa La Pietra detta Pomario e creare un piano produttivo destinato alla mensa universitaria.
“Il metodo – entra nel merito – è creare speciali baulature permanenti, letti di coltivazione formati da uno spesso strato alto 25-30 cm di pacciamatura realizzato con qualsiasi tipo di materiale organico che, piano piano, andrà in decomposizione. Materiale che rientra in una logica di recupero e di riciclo di prodotti dell’azienda agricola, del bosco del podere od ancora del letame maturo degli animali. Ha il vantaggio che una volta composto si rigenera da solo”.
Oggi con suo marito Owen produce tantissimi tipi di fiori per bouquet, erbacee perenni dal potenziale ornamentale, ortaggi genuini. “In estrema sintesi – conclude – metto a sistema il reticolo di vita che si crea tra tantissimi tipi di organismi diversi, dai lombrichi ai funghi, dai nematodi ai batteri, il Soil food web, un network che collega tutti gli esseri viventi incluse le radici delle piante e trasformo i miei campi affinché diventino un invito a passeggiare poiché sono tali quali ad un giardino”.