Su esplicita e diretta richiesta di Confagricoltura Marche, la Giunta regionale ha approvato la delibera che consente il ristoppio del grano duro (o ringrano) giustificato dalle condizioni di aridocoltura per le riduzioni delle precipitazioni e le caratteristiche dei terreni, a patto che si assicuri nel triennio un avvicendamento del 35% delle superfici.
Un risultato di grande importanza per il settore primario, come evidenzia la stessa Confagricoltura Marche che aveva fatto presente la necessità di questo provvedimento, analogo a quello assunto anche da altre regioni del centro sud Italia. A farsene portavoce era stato Mauro Acciarri, presidente dell’Unione provinciale agricoltori di Ascoli Piceno che ora commenta: “Si tratta di un provvedimento assolutamente importante per il comparto agricolo marchigiano. Siamo la terza regione italiana per la produzione di grano duro e con le nuove regole della Pac, che vietano il riutilizzo del terreno per lo stesso seminativo da un anno all’altro, avremmo rischiato di lasciare incolti quasi 20 mila ettari di terreno, tenuto conto che le mancanze di piogge impediscono di avviare colture primaverili e non tutti i terreni oggi coltivati a grano sono idonei per destinarli a girasole, colza o sorgo. Va dato atto al servizio agricoltura regionale di aver predisposto gli atti amministrativi nel migliore dei modi per giustificare l’approvazione di questa delibera, a partire dai dati pluviometrici che certificano il forte calo di piogge registrato nelle Marche negli ultimi anni. Ora, potendo effettuare il ringrano, si consente alle aziende agricole marchigiane di avere la possibilità di un reddito in più che prima non poteva essere garantito”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Alessandrini, presidente del Consorzio Agrario di Ancona, il principale centro di stoccaggio di grano duro della regione. “Ringrazio il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore all’agricoltura Andrea Maria Antonini per aver compreso le ragioni del mondo agricolo e fatto proprie le preoccupazioni che questo limite imposto dalla Pac avrebbe comportato per le nostre aziende. Quando vi è dialogo propositivo e quando gli indirizzi politici tengono conto delle osservazioni che vengono dal settore primario, orientando poi gli uffici per individuare le soluzioni migliori, significa che siamo sulla strada giusta”.
Qui sotto la delibera di Giunta regionale.
DGR