È nelle campagne marchigiane che si coltivano e raccolgono ogni anno gli iconici piselli destinati alla surgelazione e venduti nella grande distribuzione in tutta Italia, ma anche all’estero.
Condizione necessaria per avere la migliore qualità è infatti la zona di coltivazione dei piselli che devono rispondere a specifiche caratteristiche pedoclimatiche per poter assicurare un prodotto di eccellenza. E in Italia l’areale ideale si trova proprio nelle Marche, da dove arriva la metà della produzione nazionale e dove le cooperative Covalm e Orto Verde – l’una specializzata nella coltivazione dei piselli, l’altra nella trasformazione e commercializzazione in una logica di filiera corta e garantita – sono tra i principali punti di riferimento per i grandi marchi delle multinazionali e non solo per essi.
Proprio in questi giorni si sta effettuando la raccolta dei piselli nella nostra regione – 6 mila circa gli ettari coinvolti – una raccolta più lunga rispetto al passato e anticipata di almeno due settimane. Si è iniziato intorno al 20 aprile, quando normalmente la raccolta cominciava i primi di maggio. Ciò è stato dovuto ad una maturazione anticipata legata ad un clima più caldo. La campagna di raccolta durerà però più a lungo: tra i 70 e gli 80 giorni rispetto ai 40/50, perché molte semine sono avvenute in ritardo a causa della siccità registrata nel periodo invernale.
“La qualità – sottolinea il presidente di Orto Verde, Giampaolo Pettinari – si sta rilevando buona sotto i tre profili della dolcezza, della tenerezza e del calibro. La produzione registra una media di 50 quintali ad ettaro. Gli ettari nelle Marche che i soci Covalm coltivano a piselli per conferire poi ad Orto Verde sono circa 2.500, a cui se ne aggiungono altri 1.300 che i soci conferiscono dalle altre regioni limitrofe. Presso gli stabilimenti di Senigallia e Rotella (Ap) arrivano così 170 mila quintali di piselli che vengono avviati al processo di surgelazione entro 3 ore dalla raccolta”.
Orto Verde produce per marchi internazionali, per private label, per la ristorazione, in proprio con il marchio “Freschi di Campo”, destinando all’estero (Stati Uniti in particolare) il 15% della produzione. Con oltre 40 mila tonnellate di verdure surgelate (oltre ai piselli, anche spinaci, fagiolini, bietole, facioli borlotti, ceci e orzo), la cooperativa è sostenuta da 800 soci imprenditori agricoli, vanta oltre 300 dipendenti e coinvolge più di 3.600 persone nell’indotto. Nel 2023, il fatturato ha raggiunto 49 milioni di euro, testimonianza del successo e della fiducia ottenuti.
Tra i principali marchi internazionali, Findus è sicuramente quello più noto. E proprio i tecnici della Findus sono stati nei giorni scorsi nelle Marche per condividere con le imprese agricole e poi anche con la Orto Verde le varie operazioni in corso.
“Come Orto Verde – ha aggiunto Pettinari – siamo orgogliosi di essere un partner di lungo corso di Findus, azienda da sempre molto attenta agli aspetti di sostenibilità ambientale. A integrazione degli importanti investimenti che ci ha visti al fianco di Findus con l’adozione di metodologie di coltivazione e raccolta sostenibili e innovative, puntiamo a rafforzare ulteriormente la nostra capacità produttiva con la costruzione di una nuova cella frigorifera progettata con le più moderne soluzioni tecnologiche che garantiscono completa automazione e massima efficienza in un’ottica di sostenibilità ambientale. Un investimento di 21 milioni di euro. E sono stati proprio gli aspetti di sostenibilità e di miglioramento dell’impatto ambientale del progetto che hanno permesso a Orto Verde, unica azienda delle Marche, di entrare in graduatoria e ottenere il contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel campo della logistica per oltre 8 milioni”.
Alla redditività della coltura del pisello vanno aggiunti due vantaggi: da un lato è indicata per la rotazione, in quanto la leguminosa arricchisce in maniera significativa il terreno di azoto; dall’altro è una prima coltura, nel senso che durante l’annata agraria il terreno potrà essere utilizzato per una seconda coltura come girasole o mais.