Grano duro, contoterzisti in coro: “Un’ottima partenza”

C'è piena soddisfazione per la quantità e la qualità della raccolta
Economia
di Alberto Maria Alessandrini

Sono passati pochi giorni dall’ingresso in campo delle prime mietitrebbie e le tendenze immaginate alla vigilia della stagione sembrano essere confermate. Una annata da record, almeno in alcune zone della nostra regione. Complice un clima certamente meno ostile della scorsa campagna, coniugato ad una sempre maggiore specializzazione degli operatori del settore, le Marche sembrerebbero confermarsi uno dei più importanti granai d’Italia. A tal proposito interessanti le testimoniane dei diversi contoterzisti che, con i loro mezzi, stanno operando nella fascia centrale della nostra regione, a cavallo fra le provincie di Ancona e Macerata.

Michele Pirani

“Le produzioni sono ottime, soprattutto per alcune varietà specifiche, fra cui l’Amarcord, l’Achille e l’Antalis” conferma Michele Pirani, titolare dell’omonima impresa di Osimo. “Al momento abbiamo quattro mietitrebbie in campo che stanno operando fra le zone della Val Musone ed Ancona. A differenza dello scorso anno, oggi, vediamo che le colture hanno reagito bene ai trattamenti. Se pur con qualche eccezione raccogliamo una media stabilmente sopra i 55 q.li ettaro con punte che superano i 65”.

Floriano Camilletti

Sulla stessa lunghezza anche Floriano Camilletti che ormai da una settimana sta trebbiando fra Osimo e Castelfidardo “Rese notevoli e pesi specifici importanti, senza dubbio molto differente rispetto allo scorso anno. Non sempre, invece, sono altissime le proteine ma comunque più che accettabili”.

Una tendenza che, al momento, sembra confermata anche nelle zone più interne come ricorda Pietro Ragonio, contoterzista di Filottrano “Nelle nostre zone non sembra affatto male, qualità e produzione vanno di pari passo. Negli appezzamenti condotti a ristoppio difficilmente si superano i 50 q.li mentre i terreni ben avvicendati non hanno problemi a raggiungere i 60 q.li ettaro. Qualche difficoltà la stiamo riscontrando nelle operazioni di raccolta nella zona di Montefano dove i temporali di qualche settimana fa hanno allettato parecchio le spighe”.

Luciano Petrini

Problema simile riscontrato anche da Luciano Petrini di Montemarciano: “In non pochi casi il grano è stato duramente piegato da vento e temporali che hanno contraddistinto l’inizio di giugno ma, nonostante ciò, il prodotto finale è ottimo. Abbiamo qualità e quantità, con pesi specifici alti che nulla hanno a che vedere con la passata campagna”. Un ottimismo suffragato anche dai numeri fino ad ora raccolti .“Non sono rare le punte di 80 q.li, – aggiunge – almeno nella zona costiera fra Senigallia e Montemarciano dove abbiamo trebbiato fino ad ora. Le rese sono uniformi così come la qualità del prodotto, molto ha inciso una corretta conduzione del fondo. Indubbiamente quella in corso verrà ricordata come una delle migliori campagne degli ultimi decenni”.

Lorenzo Mosci

Anche nelle fasce più interne sembrerebbero persistere le stesse aspettative. Lorenzo Mosci di Jesi sta operando nelle zone di San Marcello, Morro d’Alba e Belvedere Ostrense: “Abbiamo due mietitrebbie in campo e ci troviamo a buon punto con la raccolta. In queste zone ha piovuto leggermente meno e la maturazione del prodotto è stata anticipata. Gli agricoltori che hanno coltivato in maniera attenta, con i giusti accorgimenti per proteggere la spiga, stanno raccogliendo i risultati del loro lavoro. Le rese medie possono tranquillamente variare fra i 60 ed i 70 q.li ettaro. Chi ha lesinato sui trattamenti si attesta, invece, sui 50/55 q.li”. Numeri importati che si associano ad un prodotto uniforme in termini qualitativi: “Il chicco – spiega – si presenta vitreo, ottimo il colore. I pesi specifici che abbiamo fino ad ora riscontrato vanno da 81 fino a punte di 87,5 soprattutto nel grano da seme. Le proteine dai 12,8 a 14,5.”

Testimonianze pressoché unanimi nel definire quella in corso un’ottima annata per il grano duro marchigiano che, speriamo, possa accompagnarsi anche ad una valorizzazione adeguata con prezzi che siano in grado di remunerare adeguatamente gli agricoltori regionali.

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