Assegnazione gasolio agricolo, tutto il caos dietro la “semplificazione”

L'incongruenza tra superfici coltivabili e quantità di carburante disponibile
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

Che la recente introduzione all’interno del SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) del Piano di Coltivazione Grafico (PCG 2024) basato sulla nuova carta dei suoli avrebbe creato disguidi sulle domande PAC 2024 era cosa – purtroppo- immaginabile. Ma che tale situazione avrebbe creato problemi anche sulla gestione delle domande di assegnazione del carburante agricolo agevolato, è un’inconveniente delle ultime settimane.

Come noto, agli addetti ai lavori, infatti, le richieste di gasolio vengono presentate nel SIAR (Sistema Informativo Agricolo Regionale) sulla base dei dati acquisiti nel SIAN. Di conseguenza la difficolta di produrre una scheda di validazione grafica su quest’ultima piattaforma informatica ha determinato (e ancora determina) l’impossibilità di presentare una richiesta di gasolio agricolo coerente con le reali necessità aziendali.

Una incongruenza fra superfici coltivate e quantità di gasolio disponibile dovuta, sostanzialmente, ad errate sovrapposizioni da parte del complesso meccanismo informatico messo in piedi. Non necessariamente, ad esempio, un ettaro grafico (una volta convertito in alfanumerico come richiesto da sistema) restituirà la medesima superfice. E se questa dovesse risultare inferiore anche le attribuzioni di carburante subiranno delle variazioni.

A questo problema, la Regione Marche ha cercato di ovviare dando la possibilità alle aziende di presentare nel SIAR le richieste di gasolio rifacendosi ai precedenti fascicoli validati nel 2023. Una soluzione provvisoria che contempla dati stimati e approssimativi e che, naturalmente, imporrà di ripresentare nuovamente le domande una volta stampati i PCG 2024. Oltre a ciò, l’assessorato, proprio per ovviare a tali difficoltà, ha consentito agli agricoltori marchigiani di prelevare un quantitativo di carburante pari inizialmente al 30%, poi al 50% e in ultimo (giugno 2024) all’ 80% del carburante ritirato entro il 31 dicembre nell’anno precedente. Blandi palliativi messi in campo per fornire una qualche risposta al caso che il sistema centrale ha creato.

Una situazione di indiscusso caos, frutto anche di una gestione divenuta negli anni sempre più macchinosa, che deve anche scontrarsi con il termine ultimo del 30 giungo come data perentoria per la presentazione sia delle dichiarazioni dei consumi dell’anno precedente sia delle richieste di carburante agevolato per la stagione in corso. Una “deadline” che, salvo proroghe dell’ultimo minuto, potrebbe assoggettare l’agricoltore non solo a sanzioni per inadempimento ma anche alla perdita delle assegnazioni per l’anno in corso.

Il tutto in uno dei momenti più caldi per il settore durante il quale il consumo di carburante, fra trebbiature ed arature, tocca l’apice. Nonostante ciò, sono ancora molte le aziende a ritrovarsi senza contezza di quanto gasolio potranno utilizzare e senza la possibilità di adempiere agli obblighi previsti.

Una condizione che avrebbe fatto gridare allo scandalo in molti paesi e che, invece, sembra non creare troppo scalpore nel nostro ormai ben abituato a roboanti riforme che, con l’ambizione di semplificare, aumentano invece le criticità del sistema.

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