Siamo solo alla prima settimana di luglio e lo stress idrico sta già mettendo in forse l’acqua potabile in tutti i comprensori.
Qui Ascoli Piceno e Fermo
L’Azienda Ciip (Cicli integrati impianti potabili) ha avviato dal 3 luglio la sospensione dell’erogazione idrica da mercoledì nelle ore notturne dalle ore 22 alle ore 6, in molte zone delle province di Ascoli Piceno e Fermo, con esclusione delle zone costiere. Un allarme lanciata già dalla Prefettura a metà giugno quando è stato chiesto ai Sindaci di adottare ordinanze per un uso parsimonioso dell’acqua negli ambiti domestici, agricoli e industriali e di limitare le utenze private alle esigenze igienico-potabili.
A far scattare i provvedimenti, l’allarme rosso determinato in parte dalla riduzione delle portate delle sorgenti. “Ad oggi, il totale prelevato è pari a circa 820 litri/secondo con una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2023, di circa 200 I/s” ha commentato Maddalena Ciancaleoni, la Presidente della Ciip. Pertanto, sono attive tutte le pompe di soccorso a servizio di Fermo, Ascoli, San Benedetto del Tronto e con il Comitato della Protezione civile regionale sta valutando un intervento d’urgenza su un affioramento più basso rispetto alle sorgenti Della Pescara. Con i fondi del Pnrr e il Consorzio di Bonifica lavora su un progetto di captazione al lago di Gerosa.
Qui Ancona
Nell’anconetano, le sorgenti superficiali lungo la dorsale del San Vicino sono in sofferenza. “Ma la decrescita – conferma Paolo Raffaelli, il presidente di Gorgovivo – riguarda tutte le sorgenti. Il deficit di pioggia in media è di 225 mm e c’è un calo medio delle fonti in sei mesi di 158 mm”. In campo, Gorgovivo ha varie iniziative. Con una convenzione con l’Università della Politecnica delle Marche monitora la produttività delle sorgenti sulla base dell’andamento del clima e delle piogge; sta progettando un pozzo prova a Sassoferrato nell’alta valle del torrente Sentino; infine, in accordo con Ato2 e Viva Servizi investe per ridurre le perdite in alcuni comuni.
Qui Pesaro
Nel pesarese, la situazione è critica. “Sia per la numerosità delle fonti di approvvigionamento, sia per la forte dipendenza dalle acque superficiali – spiega l’amministratore delegato di Marche Multiservizi Mauro Tiviroli -. In questo contesto riscontriamo una forte regressione delle portate delle sorgenti delle aree interne che in alcuni casi arriva fino al 25% in meno e che sta creando una forte preoccupazione che durerà fino a tardo autunno. Poi, c’è la scarsità dell’acqua nei tre bacini sul fiume Metauro, di competenza dell’Enel, con il rischio di proliferazione del fenomeno algale che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’impianto di potabilizzazione di Calcinelli a servizio di oltre 200 mila persone. Anche noi rilanciamo l’appello alla sensibilità dei cittadini e delle attività economiche ad un uso razionale e responsabile della risorsa idrica”.
Qui Macerata
Severità idrica medio-bassa invece nel maceratese con, tuttavia “evidente tendenza al peggioramento”. Le scarse precipitazioni nevose non hanno bene ricaricato gli acquiferi. Ad oggi non ci sono misure di razionamento di acqua potabile, ma sono in via di predisposizione appositi piani di emergenza e alcuni Comuni si stanno attivando, come Corridonia, con ordinanze di divieto di utilizzo dell’acqua potabile per l’innaffiamento di orti e giardini, l’irrigazione agricola o il lavaggio delle auto. Tra le soluzioni, in parte già finanziate: l’Anello acquedottistico Antisismico dei Sibillini, di interconnessione con il fermano e l’ascolano che prevede il completamento dello schema idrico principale del territorio (Acquedotto del Nera), l’utilizzo di nuova risorsa da invasi (con prelievo dal lago di Caccamo, di Caldarola e incremento del prelievo dal lago di Castreccioni, di Cingoli), e il potenziamento delle captazioni dall’acquifero carbonatico di Cingoli.