Contenimento popolazione dei lupi, finalmente qualcosa si muove

Un passaggio dell'Unione europea potrebbe dar più peso alle Regioni
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

Il sempre maggiore incremento della popolazione di lupi sul territorio italiano – e marchigiano – è ormai un dato di fatto. Una questione in grado di suscitare dibattito non solo fra gli addetti ai lavori, agricoltori e allevatori, ma anche nell’opinione pubblica.

Complici i molteplici avvistamenti ed i sempre più frequenti danni a discapito di animali da reddito e da compagnia, l’intervento del legislatore per mettere un freno a tale escalation era atteso da tempo. Ed è proprio in questa direzione che si è mossa l’Unione Europea con un recente voto COREPER (Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli stati membri) che ha dato il via libera all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna. Una modifica apparentemente molto tecnica ma in realtà fondamentale per declassare la protezione del lupo da “rigorosa” a “semplice”.

Ciò, se approvato (la discussione di questo secondo passaggio è prevista a dicembre), garantirebbe flessibilità in più per permettere di gestire la popolazione i lupi attualmente presente. Non bisogna dimenticare, però, che la Convenzione di Berna è attuata tramite direttiva europea e resterebbe comunque fatta salva la facoltà per gli Stati membri di mantenere una disciplina più forte per la riduzione dello status di protezione di questi animali.

Tale proposta di modifica, che ha visto il voto favorevole dell’Italia, era stata avanzata dalla Commissione europea a dicembre 2023. Una presa di posizione che corrisponde in larga misura a quanto già espresso dal Parlamento europeo in una risoluzione del 24 novembre 2022.

Nei 23 Stati della UE ci sono più di 20.000 lupi, con popolazioni in generale aumento anche in territori che tradizionalmente non conoscevano la presenza di questo animale (basti pensare alle aree costiere della nostra regione). La crescita complessiva ha infatti superato l’80% in dieci anni ed i danni sono andati di pari passo. Nella sola regione Marche le stime più ottimistiche parlano di circa 300 esemplari, omogeneamente distribuiti dall’appennino alla costa, sia in aree rurali che in prossimità dei centri abitati.

La specie Canis lupus, in caso di esito positivo di tutto il procedimento, sarebbe dunque spostata dall’Appendice II (specie faunistiche rigorosamente protette) all’Appendice III (specie faunistiche protette) della Convenzione. In conseguenza a ciò non sarebbe più necessaria l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente per eventuali abbattimenti come è invece necessario ora.

Alle Regioni verrebbe attribuita maggiore autonomia, inclusa la facoltà di redigere piani di abbattimento per contenere i danni e gestire la popolazione di predatori insistente all’interno del proprio territorio. Un passaggio non di poco conto che, nei fatti, permetterebbe di spostare il problema dagli uffici di qualche funzionario romano direttamente sui territori. Non resta ora che attendere l’evolversi della situazione.

Tags: in evidenza, lupi, lupo

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