Campagna olearia, produzione record nelle Marche

Già raddoppiata la quantità dello scorso anno, si va avanti fino a metà dicembre
Economia
di Francesco Cherubini

A campagna che ha già voltato il giro di boa di metà raccolto, le Marche già raddoppiano la produzione di olio di oliva dello scorso anno. E se non fosse per rese minori rispetto al passato, la crescita sarebbe stata addirittura tripla. Certo, lo scorso anno è stato devastante sotto il profilo della produzione di olive, con frantoi costretti ad acquistarle in Puglia (tra l’altro di ottima qualità) per dare continuità ai loro impianti oleari e poter garantire una produzione in grado di rispondere alla domanda dei consumatori.  L’annata 2023-2024 si era infatti chiusa con appena 1216 tonnellate, ottenute da 9859 tonnellate di olive che, come detto, solo in parte provenivano da oliveti marchigiani.

Stavolta sono tutti altri numeri, con olivicoltori che dichiarano di non aver mai visto nel recente passato oliveti così carichi, neanche nell’anno di grazia 2017. Ed i numeri, a metà novembre, stanno lì a confermarlo: già raccolte 25 mila tonnellate di olive, raggiunte le 2.646 tonnellate. Ma non solo: c’è tanta oliva sugli alberi che la campagna, per i frantoi maggiori, andrà avanti anche fino a metà dicembre. Fatto questo che lascia pensare che saranno superate le 3.500 tonnellate di olio che rappresentavano la media regionale degli ultimi tempi.

A voler vedere il bicchiere mezzo vuoto, come detto, sono le rese, con una media regionale del 10,43%, più alta nell’ascolano, più bassa nel pesarese dove non si raggiunge la doppia cifra. In realtà in questi ultimi giorni sono cresciute, toccando un po’ ovunque il 12%, sempre comunque basse rispetto al passato. Il motivo? Difficile spiegarlo in poche parole e comunque in linea con quanto sta accadendo un po’ in tutte le regioni del centro-nord.

Resta decisamente alta, viceversa, la qualità, con un contenuto di polifenoli elevato. Ed i polifenoli, per chi mastica un po’ il settore, sono la cartina di tornasole della qualità: quelli che danno le sensazioni di amaro e piccante, antiossidanti per eccellenza che proteggono la shelf-life dell’olio e soprattutto hanno straordinari effetti benefici per la salute umana, prevenendo malattie neurodegenerative, oncologiche, cardiache solo per citare le principali.

Relativamente ai prezzi, il convenzionale sfuso viaggia intorno ai 12 euro al litro, il biologico un euro in più, al netto ovviamente della confezione prescelta. Prezzi ovviamente più alti per i monovarietali verso cui ormai si indirizza gran parte dei produttori di olio, sfruttando la straordinaria biodiversità del patrimonio olivicolo regionale.

Ecco nel dettaglio la produzione marchigiana a metà novembre, secondo quanto riporta la testata giornalistica di settore Olivonews su dati Sian.

Totale 24.148 2.401 9,94
MARCHE Olive (t) Olio (t) % Resa
PESARO E URBINO 3.196 306 9,57
ANCONA 5.704 595 10,43
MACERATA 6.643 677 10,19
ASCOLI PICENO 5.049 553 10,95
FERMO 4.770 515 10,8
Totale 25.362 2.646 10,43
Tags: in evidenza, olio di oliva, olive

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