Sviluppare una filiera del legno attraverso una gestione sostenibile del patrimonio boschivo italiano, scongiurando la dipendenza dall’estero. Una filiera dove le aziende agroforestali delle Marche possono svolgere un ruolo importante. Di questo si è discusso a Macerata ad un incontro promosso da Confartigianato in collaborazione con Fondazione Symbola.
In apertura dei lavori è stato presentato un quadro per certi versi imbarazzante: nonostante il 40% della superficie totale sia coperta da boschi (nelle aree montane e alto collinari raggiunge il 70% mentre nella fascia tra gli 800 e i 1.500 m. addirittura il 98%), l’Italia importa l’80% del legno utilizzato, non sfruttando le enormi potenzialità del patrimonio forestale nazionale.
Fabio Renzi, segretario generale di Fondazione Symbola, ha sottolineato l’importanza di un approccio sistemico alla gestione delle risorse boschive per garantire uno sviluppo economico e sociale sostenibile. “Grazie al programma Nextappennino sono state avviate nell’area del cratere sisma 2016 quattro piattaforme di trasformazione del legno che mirano a dare valore aggiunto alla risorsa forestale. Si tratta di un primo tentativo di avviare un processo di valorizzazione del legno locale attraverso la produzione di pellet per l’energia e semilavorati per l’arredo e le costruzioni, oggi possibile anche per le essenze locali grazie alle nuove tecnologie”.
Parole che hanno trovato sponda da parte del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Guido Castelli secondo il quale vi è “la necessità assoluta di dover introdurre la valorizzazione del legno dell’Appennino Centrale all’interno della grande ricostruzione che stiamo affrontando. Per cui siamo partiti da un dato: in Italia la filiera del legno è molto importante e tutta la linea FederlegnoArredo è tra le primissime produzioni a livello nazionale, ma l’80% del legno che utilizziamo viene importato. Da questo punto di vista abbiamo finanziato con Next Appennino le filiere che ci devono consentire di estrarre, coltivare, custodire e rendere utilizzabile, anche ai fini edilizi, il legno dei nostri boschi. Sono boschi che diventano sempre più ampi anche a causa dell’abbandono del territorio ed è quindi auspicabile poterli utilizzare secondo criteri di buona norma e di sicurezza. La gestione attiva delle aree boschive non è solo una scelta economica, ma una strategia per preservare l’ambiente, creare occupazione e garantire il futuro delle comunità locali. Puntare sul legno italiano significa investire in sostenibilità e innovazione”.