Con un recente decreto della Direzione Agricoltura e Sviluppo rurale della Regione ( il n. 03 del 09 gennaio 2025) è stato approvato, anche per il 2025, il bando volto a finanziare quegli investimenti utili a migliorare la coesistenza tra agricoltura, allevamenti e fauna selvatica. Il problema dei lupi che predano animali domestici o dei cinghiali che distruggono le colture in atto è cosa nota. Così come è altrettanto evidente il fatto che l’eccezionale esplosione demografica che queste specie hanno vissuto negli ultimi anni impone, ormai, più che strumenti di coesistenza misure di vero e proprio contenimento (è avviato al Parlamento Europeo l’iter per autorizzare il prelievo venatorio del lupo).
Il bando posto in essere dalla Regione, sulla scia di quanto già fatto negli anni precedenti, prevede la possibilità di finanziare la realizzazione, o l’acquisto ex novo, di:
1. recinzioni fisse o mobili, elettrificate o senza protezione elettrica, per la protezione degli animali dalla fauna selvatica durante il pascolamento e per il ricovero notturno (circa 10 mq a vacca e 6 mq a pecora);
2. sistemi di dissuasione acustici/luminosi o di altro tipo per l’allontanamento del lupo (la cui utilità è oggetto di dibattito fra gli esperti);
3. cani da guardiania.
Misure certamente utili ma che, anche se poste in essere, impongono la contemporanea e costante presenza dell’uomo per vigilare sui propri allevamenti, quantomeno durante le ore diurne. Infatti le recinzioni anti lupo (unica a forma di protezione realmente sicura ed efficace) continuano a non essere finanziate se non in misura assolutamente irrilevante: solo quelle utilizzate per il ricovero notturno ed esclusivamente pochi mq a capo. Anzi proprio per evitare qualsiasi dubbia interpretazione del bando in un senso che possa apparire vagamente utile, lo stesso documento recita: “Non sono ammesse spese per recinzioni finalizzate al solo confinamento/contenimento dell’allevamento zootecnico sia brado che semibrado e sistemi di contenimento, sistemi di allerta e sorveglianza”. Tradotto: ok proteggere bene gli animali di notte, mentre di giorno si continui come se nulla possa accadere!
Un aspetto tutt’altro che irrilevante sul quale si è espressa anche Confagricoltura Marche.
“Accogliamo con favore l’uscita di questo nuovo bando regionale ma, con altrettanta schiettezza, dobbiamo far notare come non possa essere assolutamente risolutivo -queste le parole del direttore regionale Alessandro Alessandrini-. I recinti notturni finanziati sono utili ed utilizzabili solo da chi svolge una forma di allevamento itinerante. Oltre a chi gestisce i propri animali in aree interne e montane, facendoli spostare continuamente, vi sono migliaia di situazioni dove bovini, ovi-caprini, cavalli ed animali di altro tipo (asini, alpaca, ungulati, avicoli ornamentali, etc.) sono allevati tutto l’anno negli stessi luoghi. Per difendere questi animali in modo davvero efficace servirebbero recinti anti-lupo fissi. I costi, però, sono impegnativi per molti allevatori e la Regione sarebbe utile se intervenisse”.
Per focalizzare il problema basti ricordare che secondo gli esperti del settore un recinto anti lupo prevede rete metallica con un filo di un certo spessore, alta circa due metri fuori terra, dotata di offendicola e picchetti, parzialmente interrata. Strutture molto costose dove il contributo anche parziale del pubblico sarebbe fondamentale.
“Se davvero vogliamo ridurre il conflitto fra fauna selvatica ed attività agricole non vi è un’unica soluzione, ma se si desse un aiuto concreto e reale per la difesa di animali e colture sarebbe già un passo in avanti -aggiunge il direttore Alessandrini -. Oltre ai cani ed ai ricoveri notturni, cominciamo con il rendere a prova di incursioni le nostre aziende agricole piccoli/grandi realtà. Questo nuovo bando, ricalcando quello già presentato lo scorso anno, risponde solo parzialmente a questa esigenza. La zootecnia sta affrontando grosse difficoltà, i margini sono ridotti, è necessario sgravare gli allevatori di almeno alcuni fra i tanti problemi e criticità che devono affrontare”.
Una soluzione solo parziale ad un problema ormai noto che vede una presenza costante non solo di lupi e cinghiali, ma anche di cervi, caprioli o sciacalli in ogni angolo della nostra regione, anche alle porte dei centri abitati. Situazione di emergenza che non si risolve con un unico strumento, ma che vede la realizzazione di recinzioni che difendano e delimitano gli allevamenti la prima azione da porre in essere. Ma di fronte a bandi pubblici che finanziano qualsiasi cosa (dalle country house alle piscine, dalle tartufaie ai percorsi didattici, dalle associazione di promozione “amiche” fino a corsi di formazione spesso di dubbia utilità) sembra che qualche burocrate continui a dimenticarsi che, a volte, la soluzione più semplice potrebbe essere anche la più efficace.