“Sull’emergenza cinghiali la Regione ha fallito su tutta la linea”

Andrea Busetto: "Stanno dissanguando gli agricoltori tra incompetenza e commistioni di interessi"
Attualità

In agricoltura molto spesso capita che determinati atti, leggi o regolamenti della pubblica amministrazione vengano pensati male e scritti peggio. Situazioni sempre meno rare, purtroppo, alle quali solitamente ne conseguono proteste e distinguo che, però, tendono a restare circoscritti a qualche tavolo di concertazione o al massimo ad emergere nel corso di qualche conferenza. Non è stato questo, però, il caso del nuovo regolamento regionale sui risarcimenti per i danni dalla fauna selvatica appena promulgato dalla giunta regionale.

Un atto sul quale, non solo si è assistito immediatamente ad un coro unanime di biasimo da parte di agricoltori, tecnici del settore e – alcune – organizzazioni, ma che ha determinato anche delle reazioni nettamente più incisive. Da palazzo Raffaello di certo non si sarebbero immaginati quella serie di interviste sui giornali, tam- tam su social e gruppi Wathaspp o interventi in diretta radiofonica nazionale scaturiti da questo ennesimo provvedimento ritenuto, da molti, estremamente vessativo nei confronti dell’intero settore primario.

Andrea Busetto Vicari

Fra i principali animatori della protesta Andrea Busetto Vicari, noto imprenditore agricolo del pesarese che da decenni conduce la propria azienda a Montecalvo in Foglia, vicino ad Urbino. Già allevatore, caduto vittima del sistema delle quote latte che ha causato la scomparsa di centinaia di aziende, si batte da anni per ottenere una risposta a una delle principali catastrofi dell’agricoltura attuale: l’invasione dei cinghiali. Anni di lotte, presidi sotto ai palazzi del potere e ricorsi presso l’autorità giudiziaria che hanno fatto di Busetto un vero e proprio punto di riferimento nelle battaglie per la dignità di chi si occupa di agricoltura.

Andrea Bussetto, il vostro gesto ha avuto senza dubbio una grande eco, anche mediatica: quali i motivi che vi hanno spinto?
“È stato un presidio di protesta, volutamente provocatorio, che abbiamo voluto organizzare insieme ad altri colleghi del territorio di fronte alla sede dell’ Atc di Fano, un ente tutt’altro che vicino al nostro settore. Di fronte al dissanguamento di noi agricoltori voluto da questa Giunta Regionale, la risposta è stata quella ormai nota a tutti. Non solo il sottoscritto, ma anche Stefano Banci e Christian Gualtieri abbiamo deciso di “dissanguarci” simbolicamente per testimoniare una situazione ormai ben oltre il limite”.

Un gesto certamente d’impatto che da alcuni è stato ritenuto eccessivo…
“Ad essere eccessiva e fuori da ogni controllo è la situazione alla quale ci hanno costretto. Il problema dei cinghiali è ormai il principale, almeno nel nostro territorio. L’ abbandono dei terreni marginali che questo comporta sta creando una desertificazione di intere aree con conseguenze non solo economiche, ma anche sociali ed ambientali. Realtà come quella di Christian Gualtieri, ad esempio, avevano creato una propria filiera, esportavano all’estero e permettevano una sussistenza, modesta ma dignitosa. Le scorrerie quotidiane di questi animali hanno distrutto tutto e gli enti preposti al controllo ed ai risarcimenti sono scomparsi. Non si possono aspettare anni per avere un ristoro e di casi come questo ne posso citare a decine”.

Lei stesso ha provato letteralmente sulla propria pelle quanto pericolosa sia la situazione, giusto?
“Esattamente, qualche anno fa mentre con il trattore tentavo di rimediare ai danni inflitti ad un mio campo dal passaggio di un branco di questi animali sono stato vittima di incidente abbastanza serio. Il mezzo si è ribaltato più volte e come risultato, dopo aver rischiato un’emorragia, sono stato costretto a quattro mesi a letto ed oltre un anno di riabilitazione. Sono vivo per miracolo. Ma frequentissimi sono anche gli incidenti con automobilisti e semplici cittadini. Non è più solo un fatto circoscritto al nostro mondo. In tutto ciò, sia chiaro, è ovvio che i cinghiali sono animali inconsapevoli ma queste popolazioni vanno gestite. Di fronte ad una tale emergenza, la colpa non è delle bestie ma degli uomini che hanno scelto di non agire”.

Il riferimento agli errori della politica è evidente, così come le possibili soluzioni altrettanto intuibili. Ma quali sono secondo Lei i motivi che hanno determinato anni di immobilismo da parte delle istituzioni?
“Manca una presa d’atto politica seria su quanto successo. Prima non si è voluto vedere montare il problema mentre ora lo si vuole risolvere, solo all’apparenza, con strumenti blandi ed inutili (vedasi il nuovo folle regolamento o la deleteria scelta di far creare una filiera della carne di cinghiale agli stessi cacciatori che lo abbattono, oppure la gestione stessa degli Atc, etc..) è evidente la commistione di interessi fra associazioni, esponenti politici ed organizzazioni venatorie. Più volte ho denunciato i soprusi dei c.d. cinghialari così come ad ogni tornata elettorale non abbiamo mai mancato di evidenziare il problema alle parti in gioco. Dopo decenni di nulla nel corso di una giunta politica di centro-sinistra, speravamo che il cambio di colore a qualcosa portasse, ed invece niente è cambiato. È chiaro che la volontà politica trasversale è altra, non so se per mancanza di competenza di chi ha il potere di decidere o perché vi siano altri interessi più remunerativi”.

Ma quale potrebbe essere una soluzione? Maggiori fondi, più risorse…
“Non è questione di più o meno soldi per i ristori, non facciamo gli agricoltori per ottenere ristori ma abbiamo il diritto di non volere più subire danni. Il problema va risolto all’origine. Contenimento degli animali nocivi serio, finalizzato alla loro riduzione sostanziale interrompendo il sistema di allevamenti a cielo aperto foraggiati da alcuni cacciatori ai danni degli agricoltori. Inoltre se la fauna selvatica è bene indisponibile dello stato non possono essere gli enti locali a risolvere il problema, Non ne sono in grado, è evidente, o non hanno interesse a risolverlo. Serve un piano nazionale immediato ed efficace coordinato a livello centrale esautorando la Regione che ha dimostrato tutta la sua incapacità”.

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