A distinguere le tipologie di acque è il residuo fisso di minerali presente al loro interno. Le acque minerali ad esempio, sono tali perché contengono calcio, magnesio e sodio, minerali garantiti dalla natura geologica delle sorgenti. Sono infatti imbottigliate direttamente alla fonte e mantengono una composizione chimica costante. In base alle caratteristiche degli impianti, dagli stabilimenti possono uscire acque minerali o acque oligominerali. In quanto acque a basso contenuto di minerali, queste ultime contengono meno di 500 mg/l di residuo fisso e favoriscono un’idratazione leggera, adatta a tutte le età. A tale categoria appartengono anche le acque definite “diuretiche“, note per la loro azione depurativa, garantita da una concentrazione di sali più bassa rispetto alla concentrazione osmotica del sangue.
Nelle Marche, il processo di concessione per l’imbottigliamento di acqua minerale è regolamentato da normative specifiche volte a garantire sia la qualità delle risorse idriche che la sostenibilità ambientale. Ogni concessione è legata a determinate sorgenti naturali ed attualmente sono 26 quelle attive: 13 ad uso termale (3 An; 1 AP; 3 Mc; 6 Pu), 13 ad uso minerale e per l’imbottigliamento (3 Pu; 2 AN; 4 Mc; 4 Fm).
San Cassiano (Fabriano) e Piagge del Prete (Genga-Frasassi) sono le due presenti nell’Anconetano. Nel fermano troviamo Acquaviva – Tinnea (Montefortino), Palmense del Piceno (Fermo), Cremore Sorgente Gallo (Amandola e Montefortino) e San Ruffino (Amandola); quattro nel maceratese con San Giacomo 1 (Sarnano), Castellane (Sarnano), Monte Bove (Ussita), Nerea dell’Uccelletto (Castelsantangelo sul Nera) e tre nel pesarese: Monteverde-Metaura (Fossombrone), Val di Meti (Apecchio), Calvagna (Cagli e Apecchio).
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Tinnea, una portata di 3 miliardi di litri l’anno
Dopo otto anni di chiusura, ritorna protagonista nella Regione l’acqua Tinnea. Il merito è del riminese Rino Mini, ex patron del Gruppo Galvanina concessionaria anche dell’oligominerale di Apecchio, dal 2019 nel portafoglio del fondo americano Riverside. Nel gennaio scorso, alla quinta asta, si è aggiudicato le acque e gli stabilimenti di Sibilla di Montemonaco e Tinnea di Montefortino su cui ha investito finora oltre 30 milioni di euro.
“Qui – spiega Mini – si imbottigliano acque oligominerali di rara purezza da sorgenti da primato internazionale. Hanno una portata di oltre tre miliardi di litri all’anno”. Produrrà acque minerali in vetro e in Pet, bibite analcoliche bio, tè freddi con infusione diretta e succhi di frutta 100% bio.
Il risultato: un business plan che crea e lavora su valori condivisi: l’acqua è considerata dalle fonti alla tavola una risorsa preziosa; l’azienda è green per location, si trova nel Parco dei Monti Sibillini ed eco-sostenibile per vocazione, si usa plastica riciclata; innovativa con cinque linee produttive “high tech” differenziate. Ma soprattutto darà lavoro a 40 dipendenti, 150 con l’export a regime, in un comprensorio vittima dello spopolamento già prima del sisma del 2016. Le virtù dell’imbottigliamento dell’acqua minerale, attività non delocalizzabile, che crea occupazione e valore nelle comunità locali.
Racconta che è stato un percorso ad ostacolo e che il traguardo lo ha varcato con Istituti nazionali e regionali. “Rappresento – conclude – la terza generazione, e i miei figli Alessandro e Carlotta la quarta, di una famiglia che, ancora una volta, ha deciso di investire in un’area interne”. Volente, nolente. Perché, salvo Palmenso del Piceno, 25 delle 26 sorgenti date in concessione dalla Regione Marche sono nelle aree montane che, per legge, hanno vicino gli stabilimenti. Il che fa delle acque marchigiane degli acceleratori del sistema economico e un potente veicolo dell’immagine genuina della regione.
La sorgente di Frasassi
La stessa genuinità è valsa all’acqua che nasce nel Parco Naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi un terzo posto nella classifica delle acque vendute in Gdo stilata dal Gambero Rosso.
“Premia – dichiara Paola Togni, presidente e Ad del Gruppo Togni – le scelte strategiche, in termini di qualità e di rispetto e valorizzazione del territorio della sorgente Frasassi, l’impegno dell’azienda di coniugare l’innovazione con lo sviluppo sostenibile, mettendo al centro la persona, il territorio, la qualità del lavoro, il benessere della collettività”.
Con i brand Acqua Frasassi, San Cassiano, Goccia Blu e, dallo scorso giugno, Acqua Sepinia, il Gruppo Togni è tra i principali player italiani nella distribuzione di acque oligominerali. Il gruppo conta 5 siti produttivi, dà lavoro a 130 persone e produce all’anno 350 milioni di acqua e 12 milioni di spumante. Oltre ai controlli di qualità (5mila analisi chimiche e 40mila microbiologiche) “a tutela dell’ambiente – sottolinea l’Ad – un geologo analizza i sistemi al fine di conservare la qualità dei sistemi ambientali e controllare l’impatto antropico”.