Alessandrini: “Bene il grano duro, ora aspettiamo i prezzi”

Ulteriori conferme in campo per una produzione estremamente positiva
Economia
di Francesco Cherubini

Tutte le premesse lasciano pensare che sarà una campagna più che positiva per la raccolta del grano duro, coltura di gran lunga prevalente nelle Marche”. Parole che hanno un peso specifico doppio quelle di Alessandro Alessandrini: perché da direttore regionale di Confagricoltura raccoglie le sensazioni degli associati che, trattandosi prevalentemente di grandi aziende agricole, gestiscono la maggior parte dei terreni destinati a tale cereale; e perché da presidente del Consorzio Agrario di Ancona registra quantità e qualità del prodotto conferito nei vari centri di ammasso che ne fanno il principale centro di stoccaggio marchigiano.

Alessandro Alessandrini

Dottor Alessandrini, si aspettava un avvio così promettente?
Molte indicazioni portavano a tale previsione, ha piovuto quando era necessario e malgrado la maturazione precoce ed i primi dati negativi che provenivano dalle regioni del sud, la sensazione era che non vi fossero problematiche sotto il profilo produttivo. Va aggiunto che nel tempo le imprese agricole della nostra regione si sono sempre più professionalizzate, applicando le migliori tecniche agronomiche in campo: dalla preparazione dei terreni alla semina, dalla concimazione ai trattamenti fitosanitari fino al raccolto. Ma l’esperienza insegna di aspettare il termine della campagna per tirare le conclusioni”.

Intanto però i primi numeri sono tutti in positivo, giusto?
Sia contoterzisti che responsabili delle agenzie del Consorzio convergono nel dire che siamo in presenza di quantitativi più che buoni, decisamente sopra i 50 quintali ad ettaro, con punte di 60/70 quintali ed anche oltre. Valori nettamente superiori a quelli dello scorso anno, quando la campagna era stata estremamente negativa, ma anche rispetto agli anni precedenti. Certo, stiamo parlando di questa prima fase di raccolta che interessa la parte costiera e la pianura. Per quanto riguarda l’entroterra c’è da aspettare e probabilmente si dovrà fare i conti con numeri non della stessa portata”.

E per quanto riguarda la qualità?
È abbastanza frequente che quantità e qualità vadano a braccetto nel grano duro. I parametri che vengono tenuti in considerazione sono peso specifico e valore proteico: in entrambi i casi registriamo dati molto interessanti”.

Non male in uno scenario nazionale che accusa invece forti criticità!
Effettivamente le indicazioni che giungono da un sud assetato di acqua e un nord dove il maltempo l’ha fatta da padrone, ci indicano come le Marche, per il momento ed in questo settore, siano state una regione fortunata. Ed è un dato confortante per l’economia regionale, tenuto conto che, con poco meno di 100 mila ettari coltivati, le Marche sono tra le principali regioni nella produzione di grano duro in Italia ed un punto di riferimento dei pastifici nazionali. Per questo ci auguriamo che la Regione Marche dia la giusta attenzione a questa coltura e sostenga in maniera sempre più convinta i contratti di filiera”.

Sul fronte dei prezzi tale campagna che scenari lascia prefigurare?
Innanzitutto, avendo registrato più rese ad ettaro, la remunerazione per le aziende sarà ovviamente maggiore. Sul prezzo, però, come sanno bene gli operatori, a decidere è il mercato internazionale a cui anche le borse italiane, in particolare quella di Bologna per il centro nord e quella di Foggia per il sud fanno riferimento. L’auspicio di tutti è che vi sia una ripresa dei prezzi, consentendo così la giusta redistribuzione economica tra tutti gli attori della filiera. Purtroppo le prime avvisaglie non vanno in questa direzione”.

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