Barbabietola, via alla raccolta: ecco i primi risultati

Cristiano Accattoli: "Diversificazione produttiva, ma anche ottima rotazione"
Economia
di Alberto Maria Alessandrini

Una coltura da rinnovo, migliorativa per i terreni e con buoni riscontri anche sul piano economico. Questo ha rappresentato la barbabietola per il territorio marchigiano per molti anni e fino alle ben note vicende che portarono alla dismissione degli zuccherifici locali ed allo smantellamento di un’intera filiera produttiva.

A distanza di quasi due decenni si torna oggi, invece, alla coltivazione di tale pianta che, complice anche una politica di incentivi, sta gradualmente tornado a diffondersi in varie zone delle Marche. Numeri ancora molto lontani dalle migliaia di ettari di fine anni ’90, ma che non scoraggiano diversi agricoltori nel tornare prendere in seria considerazione tale coltura. Fra questi Cristiano Accattoli, agricoltore e contoterzista di Filottrano, che ha deciso di investire su questo settore, in controtendenza rispetto a molti colleghi, non soltanto ricominciando a seminare barbabietole, ma attrezzandosi per le relative operazioni di raccolta.

Partenza in chiaroscuro

Cristiano Accattoli

Come è partita la stagione per le barbabietole marchigiane?
“Abbiamo iniziato da qualche giorno con i terreni collinari e con quelli condotti a biologico: la raccolta sta dando dei primi risultati non entusiasmanti. La rese si aggirano intorno ai 250/300 q.li ettaro. Le prolungate mancanze di piogge fra giungo e luglio non hanno aiutato lo sviluppo della pianta determinando anche una grande variabilità di produzioni. Molto potrà cambiare, però, con i terreni in pianura ed irrigui”.

La raccolta delle barbabietole

Troppo presto per fornire un bilancio definitivo quindi?

“Bisogna tenere conto che le semine autunnali hanno reagito meglio grazie ad uno sviluppo maggiore aiutato dalle piogge stagionali, quelle primaverili hanno sofferto di più soprattutto se condotte in asciutta. Solitamente si parte sempre raccogliendo nei terreni più critici, logicamente la situazione può variare molto. Nonostante la stagione, non mancano le situazioni dove si sono superati i 400 q.li/ ettaro con punte che superano i 500. Naturalmente le caratteristiche del terreno e le condizioni di gestione della coltura incidono parecchio”.

Una sfida per il futuro

Dopo quasi vent’anni di abbandono questo graduale ritorno alla barbabietola avrà richiesto anche la ricomparsa di attrezzature ormai sparite dalle nostre campagne?

La macchina per la raccolta delle barbabietole

“Personalmente la ritengo una sfida, oltre che un investimento per il futuro. Un po’ in controtendenza ho deciso di acquistare una macchina per la raccolta, si tratta di una Barigelli mod Europa bi-fila che ho completamente rimesso a nuovo. Del resto, è anche una forma di diversificazione sul piano imprenditoriale così da evitare di concentrarsi solo sui cereali. La superfice condotta a bietole aumenta gradualmente, solo quest’anno, personalmente, ne dovrò raccogliere circa 100 ettari fra clienti e proprietà”.

Una sfida che deve basarsi, però, anche su solide convinzioni…
“Un minimo di motivazione personale deve esserci, anche perché la filiera è tutta da ricostruire, basti pensare che lo zuccherificio di destinazione è a Minerbio, ad oltre 200 km da qui. Personalmente credo molto in questa tipologia di coltura. La barbabietola è migliorativa per il terreno ed anche in annate come queste, non particolarmente redditizie sul piano della produzione, il valore aggiunto che lascerà al terreno non è da sottovalutare. La prossima stagione, quando andremo a seminare grano su quegli stessi terreni, troveremo condizioni ottimali e la base di partenza per i cereali sarà ottima. Nell’ottica di una corretta rotazione abbiamo bisogna di una coltura che possa spezzare l’alternanza grano/girasole e la barbabietola è adattissima”.

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