Per certificare che le Marche sono una “terra del benessere e della qualità della vita” hanno ritenuto opportuno farci una legge regionale. Legge tanto decantata con conferenze stampa, comunicati, interviste e presentazioni ufficiali in ogni dove. Una legge con un titolo che costituisce anche un impegno: “Iniziative finalizzate alla valorizzazione delle Marche come terra del benessere e della qualità della vita”.
Occasione che era stata accolta con entusiasmo anche dal mondo agricolo, tanto che il direttore regionale di Confagricoltura Marche, Alessandro Alessandrini, aveva sentito l’esigenza di suggerire alla Regione di incentivare la coltivazione del girasole, visto che la sua fioritura, di cui la stessa Regione si serve per la propria promozione turistica, poteva ben essere uno strumento per far apprezzare a chi viene nelle Marche quel benessere e quella qualità della vita tanto decantata dalla legge.
Tanto più che proprio per richiamare l’attenzione su questi temi e farli ben percepire anche fuori dei confini regionali, vi è stata recentemente la presentazione in pompa magna alla Camera dei Deputati, con tutta la Regione schierata, del forum internazionale – InLife – International Quality Life Forum – in programma ad Ascoli Piceno a fine mese, per convogliare, così recita la nota regionale “intellettuali, scienziati, artisti, professionisti, imprenditori, decision maker, politici nazionali e internazionali” in un confronto “sui parametri che definiscono la qualità della vita oggi”.
Tutto bello, tutto buono… se non fosse che…
Se non fosse che per realizzare “iniziative finalizzate alla valorizzazione delle Marche come terra del benessere e della qualità della vita” oltre alle parole servirebbero i fatti. O, più prosaicamente, i quattrini.
Ovviamente per il mondo agricolo non è stata destinata ancora una lira. Ma anche ai Comuni chiamati a decantare i rispettivi territori non è stato riservato miglior trattamento. Sapete, infatti, quante risorse sono state stanziate nel bando appena pubblicato avente ad oggetto “Iniziative a carattere territoriale sui temi del benessere e della qualità della vita” aperto a tutti e 225 i Comuni della regione, soldi per altro del Servizio Agricoltura? Appena 30 mila euro. Già, avete letto bene: 30 mila euro! Che non sono altro che le risorse residuali del bando 2024 pubblicato in fretta e furia il 15 novembre con scadenza talmente ravvicinata (giusto un mese) che solo pochi Comuni erano riusciti a presentare domanda e dunque senza che venissero interamente impegnate le pur modeste risorse stanziate (170 mila euro).
E giusto per non scontentare nessuno, il bando prevede un contributo massimo di 5 mila euro, così da poter “accontentare” ben 6 dei 225 Comuni regionali.
Soldi per far cosa? In teoria il bando prevede una serie di azioni che richiedono investimenti anche rilevanti, come l’adozione di sistemi di monitoraggio e autovalutazione degli stili di vita, la creazione e la manutenzione dei sentieri e percorsi vita. Anche se, viste le risorse a disposizione, è facile immaginare che i Comuni che si metteranno ad istruire pratiche, procedimenti amministrativi, delibere e quant’altro per 5 mila euro, si ridurranno ad indirizzarsi verso le altre voci previste dal bando, in particolare non meglio precisati convegno con “contributi rilevanti alla diffusione delle Marche come terra del benessere e della qualità della vita”, nonché “interventi che prevedono la presenza di relatori ed invitati di particolare prestigio per la regione”. Insomma, altre parole e pochi fatti. In sintesi: l’ennesima occasione persa!