Buon anno! Brindiamo al 2025 con le bollicine marchigiane!

Sempre più ricca e di qualità l'offerta spumantistica delle nostre cantine
Attualità
di Veronique Angeletti

Il gioco d’equilibrio tra acidità e gradazione, le sensazioni di frutta e le note di fiori tutto concorre a fare dello spumante marchigiano, la bollicina ideale per Capodanno. Ottenuti da vitigni autoctoni marchigiani che sia con il metodo Classico o Charmat, regalano al brindisi alta qualità ma consentono di rivendicare che le Marche sono la patria delle bollicine. Ben 48 anni prima degli esperimenti dell’abate francese dom Pierre Pérignon, nel 1633, fu il medico fabrianese Francesco Scacchi a descrivere il metodo per rendere frizzanti e spumosi i vini normali. Non a caso, gli spumanti marchigiani stanno conquistando anno dopo anno i palati più esigenti.

Dati alla mano, lo conferma l’enologo Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano Tutela Vini (Imt) “in tre anni dal 2021, per rispondere alla domanda di bollicine made in Marche, le nostre cantine hanno triplicato le produzioni fino a superare l’anno scorso il milione di bottiglie a cui nel 2024 prevediamo un ulteriore + 8%”.

La prima ad aver creduto nella spumantizzazione di sua maestà il Verdicchio, è stata la casa vinicola Gioacchino Garofoli di Loreto. Merita l’assaggio il “Brut Riserva”. Prodotto in quantità limitata, vanta una maturazione molto prolungata sui lieviti (48 mesi), ha un profumo intenso, floreale e di lunga persistenza e si presenta con un sapore di grande personalità. Per entrare nel mondo del Pas dosé nelle uve Verdicchio, il “Perlugo” di Pievalta a Maiolati Spontini. Di una esuberante freschezza, con una bella sapidità e una decisa persistente, questo spumante bio – metodo classico – esprime con grande autenticità il territorio. Avvertibili al naso sentori variegati di crosta di pane, fiori bianchi, mallo di noce e agrumi.

Sempre a dosaggio zero, a Corridonia, la Cantina Sant’Isidoro trae di una parcella di vigneto esposta a Nord-Ovest uno spumante Doc Ribona affinato 24 mesi in bottiglia con remuage manuale dal gusto delicato e sapido perfetto per crostacei e risotti di pesce o verdure.

Da vigneti Verdicchio clone matelicese, a “Valbona” sotto l’alta valle Esina, Belisario produce il Nadir. Equilibrato nella spuma, giocoso nel fine perlage persistente, saggiamente acidulo e di grande bevibilità, è uno spumante doc a tutto pasto. Mentre il Nadir versione vino spumante rosato a metodo Charmat vanta una base di uve Sangiovese, Verdicchio e rosato con Lacrima che ne fa un vino allegro, fragrante, armonico nella freschezza acidula, salino, agrumato, sempre di grande classe.

A Pesaro, la tipica mineralità e salinità dell’arenaria calcarea del Parco del Monte San Bartolo e la fermentazione malolattica danno un quadro organolettico di forte complessità all’Impero Brut, spumante di Pinot Nero vinificato in bianco con Metodo Classico della cantina Mancini.

Ad Ascoli Piceno, rosa antico con riflessi ramati ed un perlage minuto e continuo, l’elegante “The Rosa”, 100% uva Pinot delle cantine Velenosi. Intenso e complesso vanta note floreali e fruttate di ciliegie mature e ribes, crosta di pane croccante e chiude con una nota di pepe rosa è Fresco di sensazioni di fiori e frutta con una punta di tabacco. Invece, al naso è stratificato e spazia da ribes rosso, pera Williams e note aromatiche di finocchietto selvatico, il Terre di Offida Doc Passerina spumante Brut delle Cantine di Castignano.

Tra gli spumanti marchigianissimi emergono sempre di più quelli a base di uve biancame o Bianchello, vitigno che conferma la sua vocazione alla spumantizzazione . A Fano, il Mòrell della cantina di Claudio Morelli si presenta al naso con un fragrante impatto floreale (biancospino, tiglio, mughetto) e fruttato (pera, mela, pinoli); a Fratte Rosa, la cantina Terracruda propone il Brut millesimato 2017 con il metodo classico (note di lieviti, un ricordo di frutta tropicale, una scorza di arancia candita, miele); a Terre Roveresche, altrettanto elegante nel profilo olfattivo, lo Spumante Extra Dry (Bianchello e Chardonnay) dell’azienda Guerrieri; a Barchi, scattante al palato, l’Extra Dry della cantina Fiorini (Bianchello, Chardonnay e Malvasia).

Altra bottiglia inconfondibilmente marchigiana è la Vernaccia di Serrapetrona. Non a caso è Docg dal 2003. Ammaliante, incanta con il suo colore rubino dai riflessi granati e seduce con l’armonia e la delicatezza dei profumi. Pure il suo perlage è prezioso: delicato, poco persistente, il “carpe diem” in una flûte. Alberto Quacquarini dal 1958 si è dedicato a questo vitigno riservandogli 35 ettari. Uno spumante che subisce tre diverse e successive fermentazioni. La prima in vendemmia, la seconda dopo l’appassimento naturale delle uve selezionate, la terza in autoclave, per la presa di spuma. Il complesso processo fa sì che non venga messa in commercio prima di un anno e mezzo dopo la vendemmia. Un tocco di quel nettare rende speciali i panettoni prodotti dal ramo dolciario dell’azienda Quacquarini. Un segreto: un solo sorso aggiunto in cucina fa uscire dall’anonimato qualsiasi brodo di carne o zuppa rossa di pesce.

 

Tags: bollicine, brindisi, buon anno, in evidenza, spumanti marche

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