Canapa, l’intera filiera si compatta contro i nuovi divieti

Trionfi Honorati: "Si rischia di perdere una grande opportunità"
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

È un appello letteralmente trasversale quello rivolto al governo da tutte le principali organizzazioni, non solo agricole ma anche artigianali e commerciali, che si schierano compatte contro i divieti alla trasformazione ed alla vendita della canapa inseriti nel Ddl Sicurezza.

Un provvedimento che rischia di distruggere un intero settore che, nel nostro Paese, ha visto una notevole espansione. Non solo Confagricoltura, ma anche Cia, Copagri, l’Associazione Florovivaisti italiani, Cna hanno presentato una petizione al Parlamento Europeo per denunciare le violazioni delle normative comunitarie che tale intervento governativo comportano e chiedere, quindi, un intervento urgente.

L’Articolo 18 del DDL Sicurezza e il Decreto Ministeriale sul CBD del 27 giugno 2024, infatti, corrono il rischio di paralizzare la produzione, la trasformazione e la commercializzazione della canapa industriale, un settore perfettamente legale e regolamentato che offre lavoro a circa 15.000 persone e genera un fatturato annuo di 500 milioni di euro.

Una piantagione di canapa

La decisione ha ricevuto una forte opposizione non solo da parte degli agricoltori, ma anche dall’Unione Europea. La Corte di Giustizia dell’UE, ad esempio, ha già stabilito che gli Stati membri non possono vietare la coltivazione della canapa in sistemi idroponici in ambienti chiusi, purché il contenuto di THC non superi lo 0,2% . Questa sentenza ha messo in luce il divario tra le visioni progressiste di Bruxelles e l’approccio più restrittivo del governo italiano. Un approccio, purtroppo, che in questo specifico caso sembrerebbe basato più su questioni ideologiche che sostanziali. Mentre l’UE apre le porte a nuove tecniche di coltivazione l’Italia si muove in direzione opposta barricandosi dietro il DDL Sicurezza, suscitando preoccupazioni per il futuro del settore.

Le associazioni di categoria chiedono, quindi, un tavolo di confronto con l’esecutivo dichiarandosi pronte a portare il caso davanti alla Corte di Giustizia Europea, contestando i danni economici che deriverebbero da queste normative. Un eventuale risarcimento alle imprese colpite graverebbe anche sulle casse dello Stato oltre a creare l’ennesimo occasione di vessazione alle attività economiche da parte delle istituzioni.

Antonio Trionfi Honorati

A tal proposito Antonio Trionfi Honorati, presidente di Confagricoltura Ancona, ricorda: “Mentre altri Paesi europei (Francia e Germania) incentivano la coltivazione della canapa a scopo sia ludico che industriale in Italia rischiamo di perdere una grande opportunità. La canapa contribuisce non solo all’economia, ma anche alla sostenibilità ambientale, grazie alla sua capacità di assorbire CO2 e alla possibilità di ridurre l’uso di prodotti fitosanitari”. Una coltura da rinnovo che diventa ancor più importante alla luce degli obblighi di rotazione che la Pac impone.

“Le nostre aziende devono avere strumenti per superare l’alternanza grano/girasole, la canapa potrebbe essere una risposta.– continua Trionfi Honorati- Ovviamente, se viene vietata una completa valorizzazione di ogni parte della pianta, le possibilità di creare reddito svaniscono, la parte apicale è proprio la più importante sul piano economico, è da quella che si estraggono i principi attivi. Non poterli utilizzare determinerebbe la fine della coltura”.

Tags: canapa, in evidenza, Trionfi Honorati

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