Si scrive Codice Identificativo Nazionale, ma si legge come un ennesimo, ulteriore, adempimento formale quello recentemente introdotto al fine di garantire un maggiore censimento dei tanti immobili nazionali destinati all’accoglienza di turisti. Obiettivo: introdurre una sorta bollino sulle locazioni brevi, un meccanismo unico di identificazione delle strutture ricettive, in chiave antifrode che eviti il proliferare di strutture border-line.
Non solo i proprietari di B&B, case vacanze e strutture ricettive commerciali, ma anche i titolari di agriturismi ed altre forme di ricettività rurale si dovranno dotare, dunque, entro il 29 novembre, di CIN che dovrà essere esposto nello stabile utilizzato, ma anche in tutti gli eventuali annunci pubblicati on-line. In tal modo sarà possibile associare alle unità immobiliari dedicate alle locazioni brevi e turistiche un identificativo univoco, attraverso una procedura automatizzata.
Il codice potrà essere ottenuto solo ottemperando ad una serie di adempimenti in materia di sicurezza degli immobili che dovranno essere dotati di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti nonché di estintori portatili a norma di legge da installare in ragione di uno ogni 200 metri quadrati di pavimento, o frazione, con un minimo di un estintore per piano. Presìdi, di fatto, già presenti nella quasi totalità delle strutture ricettive.
La procedura per ottenere questo codice prevede che il titolare della struttura (anche se gestita in forma non imprenditoriale come i B&B) presenti una dichiarazione sostitutiva che attesti i dati catastali dell’unità immobiliare unitamente alla certificazione della presenza dei disposti di sicurezza sopra ricordati posizionati in punti accessibili e visibili.
Il Codice identificativo nazionale (CIN) viene poi assegnato tramite apposita procedura automatizzata dal ministero del Turismo al quale è anche affidata la gestione della banca dati stessa. La nuova piattaforma telematica è disponibile al link https://bdsr.ministeroturismo.gov.it e l’iscrizione dovrà avvenire entro il 29 novembre.
Pesanti le sanzioni che vanno dagli 800 agli 8 mila euro in caso di assenza di attribuzione del codice, mentre per la mancata esposizione la multa può andare dai 500 ai 5 mila euro. Per le strutture o gli alloggi privi dei requisiti di sicurezza, la sanzione va infine da 600 a 6 mila euro.
Al netto delle valutazioni tecniche dello strumento, restano i dubbi in merito alla reale utilità della misura che, da un lato, vuole tutelare chi svolge un attività ricettiva in modo coretto, mentre dall’altro continua ad appesantire di adempimenti obbligatori un settore già, formalmente, estremamente controllato.