Ennesimo rinvio all’approvazione, da parte del Ministero, del c.d. decreto Sblocca Rinnovabili con il quale, fra le altre cose, dovrebbero rendersi più semplici le pratiche necessarie all’ istallazioni di nuovi impianti eolici e fotovoltaici. Tale decreto, infatti, da oltre un anno vede sollevare dubbi da varie Regioni, fra cui anche le Marche tramite l’assessore all’agricoltura Andrea Maria Antonini, a causa soprattutto delle eccessive liberalizzazioni previste in ordine alla possibilità di istallare pannelli solari in terreni agricoli.
L’implementazione della produzione di energia da fonte rinnovabile, infatti, è certamente una priorità ma tali obiettivi non possono essere raggiunti senza tenere conto di numerosi altri fattori. È questa la posizione di Confagricoltura Marche che, tramite il presidente Federico Castellucci (nella foto), ricorda come “certe storture e contraddizioni avvenute nel passato non devono potersi ripetere in nome della transizione energetica. Basti pensare alle mille battaglie mosse da comitati ‘pseudo’ civici contro i nostri associati che negli anni hanno saggiamente investito nel biogas”.
Una transizione, appunto, per la quale le aziende agricole stanno già facendo molto. Secondo l’associazione degli agricoltori sacrificare i migliori terreni di pianura, ma anche i meno redditizi appezzamenti collinari, ricoprendoli di pannelli solari, oltre a deturpare il paesaggio intaccherebbe le nostre produzioni (grano e girasole in primis). Questo non vuol dire rinunciare al fotovoltaico quanto piuttosto prediligere scelte più equilibrate: ci sono migliaia di stalle, fienili e capannoni agricoli i cui tetti sarebbero pronti ad essere utilizzati. Secondo Confagricoltura, infatti, le aziende agricole, spesso, hanno grandi superfici coperte, ma bassi consumi energetici. Basterebbe superare il concetto dell’ autoconsumo ed incentivare la produzione per la vendita tramite un conto energia più vantaggioso di quello attuale. In quest’ottica arriva quindi il plauso di Confagricoltura nei confronti dell’assessore Andrea Maria Antonini che non vuole sacrificare le nostre campagne sull’altare di target probabilmente irraggiungibili.
A tal proposito il presidente Castellucci ricorda che “non è possibile che la Nuova PAC, da un lato, ci imponga delle scelte agronomiche scellerate giustificate con il mantra che prima che agricoltori siamo custodi del paesaggio mentre, dall’altro, viene chiesto di sacrificare migliaia di ettari coltivabili per produrre energia. La salvaguardia del paesaggio non può essere a giorni alterni!”