Crollano le vendite di vino con il nuovo Codice della Strada

Le nuove norme rischiano di penalizzare oltre modo il settore
Attualità

La demagogia, è noto, rappresenta ormai la cifra dominante dell’operato di buona parte della classe politica italiana. Un atteggiamento trasversale nel quale cadono, più o meno consapevolmente, tanti individui. Il tutto senza curarsi del fatto che, quando certe affermazioni bislacche vengono tradotte in precetti di diritto l’effetto può essere dirompente. Così è stato per il Nuovo Codice della Strada, ideato con i migliori propositi di garantire la sicurezza sulle nostre strade, ma divenuto un condensato di norme stringenti e vessatorie degne dell’inquisitore Torquemada.

Perché se, forse, poteva anche essere giusto scoraggiare l’uso dei cellulari alla guida (ci spiegheranno come sia possibile, però, immatricolare auto stile Tesla con schermi da 20 pollici piantati sul cruscotto che distraggono tanto quanto) o regolamentare la circolazione dei monopattini elettrici con targhe e caschetti (nulla però nei confronti di bicilette e ciclisti che sfrecciano in campagna causando gli stessi danni) è assolutamente inspiegabile l’esigenza di inasprire molte altre sanzioni. Il ritiro della patente in una miriade di nuove circostanze e, soprattutto, la sciocca lotta al consumo di alcol sono il triste effetto di un legislatore troppo indaffarato a fare selfie, ma distratto nell’affrontare la vita reale. Sciocca non perché non sia sacrosanto pretendere che ogni automobilista sia perfettamente lucido al momento di mettersi alla guida ma, poiché, l’impianto normativo già esistente sarebbe stato già più che sufficiente per reprimere la situazione.

Il nuovo assetto, oltre a dettare delle pene spropositate, contribuisce ad affossare un intero sistema strategico per il paese: quello vitivinicolo. Quanto successo durante i giorni delle festività natalizie ne è stato la dimostrazione con ristoratori, enoteche ed esercenti in rivolta per il drastico crollo delle vendite di vini, spumanti ed alcolici vari. Un danno economico che andrà a colpire, in primo luogo, i tanti produttori del nostro paese. Situazione inevitabile, al di là di qualsiasi nota stampa il Ministero possa fare per ridimensionare il mostro giuridico da loro stessi creato.

Del resto quanti consumatori saranno ancora disposti a concedersi un calice di Rosso Conero o di Verdicchio sapendo di dover utilizzare l’auto per tornare a casa qualche ora dopo? Si potrà controbattere che un semplice bicchiere rientri nella soglia di tolleranza ma il timore delle sanzioni, unito alla difficoltà di stabilire la reale capacità di assorbimento dell’alcol in ciascun soggetto, indurrà una ulteriore prudenza. Giusto per promemoria, nel caso in cui il tasso alcolemico superi lo 0,5 g/l la sanzione amministrativa andrà da 543 a 2.170 euro e non ci sarà nessuna possibilità di sconto, mentre la patente sarà sospesa da 3 a 6 mesi con la decurtazione di 10 punti. Con tassi alcolemici superiori le sanzioni, e le conseguenze, saranno ancora ancora più pesanti con la possibilità di sfociare nel penale qualora si superino gli 0,8 (ammenda da 800 a 3.200 euro e arresto fino a sei mesi).

Un effetto deterrete oltremodo smisurato che creerà situazioni disastrose per migliaia di cantine (nelle sole, piccole, Marche sono presenti quasi 18.000 ettari di vigne di cui un terzo Doc e Docg) creato da quelle stesse persone che non perdono occasione per ricordare al mondo l’eccellenza del made in Italy e dei nostri vini, che inscenano siparietti patriottici in tv a sostegno dell’eterna contesa Spumante Vs. Champagne o che, peggio ancora, si scagliano contro il vino de-alcolato. Una classe dirigente con un livello culturale imbarazzante che, senza riflettere, con poche righe di modifica al Codice della Strada ha creato più danni al settore di qualsiasi altra minaccia fino ad ora paventata. Con una mano ci si batte a Bruxelles contro le importazioni di vino dall’estero od a Roma inserendo in finanziaria il taglio delle accise ai birrifici agricoli mentre con l’altra, in un attimo, si colpiscono quegli stessi produttori come mai fino ad ora.

È comprensibile, infatti, che sicurezza stradale sia fondamentale ma le nuove normative così disegnate non andranno a contrastare alcolisti o pirati della strada ma a penalizzare milioni di automobilisti coscienziosi che, per non rischiare, si troveranno costretti a cambiare le proprie incolpevoli abitudini con tutte le conseguenze economiche del caso.

Tags: Codice della Starada, in evidenza, sanzioni, vino

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