Una deroga per gli orari di irrigazione delle coltivazioni ortive più delicate, tenuto conto sia del modesto apporto d’acqua richiesto, sia soprattutto del fatto che vengono seminate o trapiantate in piena estate e dunque necessitano di tempestivi, limitati, ma frequenti interventi irrigui. Lo richiede la presidente del Covalm – Coltivatori Ortofrutticoli Valli delle Marche, Francesca Colonnelli (nella foto) in una lettera indirizzata all’assessore regionale all’agricoltura Andrea Maria Antonini.
La Colonnelli prende spunto da osservazioni, richiami e sanzioni operate dagli organi di Polizia e vigilanza preposti, specie in alcuni comprensori. “È pacifico – scrive la presidente del Covalm – che le autorizzazioni irrigue rilasciate dalla Regione Marche per l’attingimento di acque pubbliche, sia superficiali che sotterranee, siano rilasciate e regolamentate con apposite concessioni annuali o trentennali (ora quindicinali) che regolamentano anche orari e giorni (in genere alterni per tre giorni alla settimana) per effettuare le irrigazioni. Ma mentre le grandi colture abbisognano di ingenti apporti irrigui per unità di distribuzione – ricorda la Colonnelli – altre coltivazioni, e tra queste le ortive, le più pregiate, hanno necessità di avere orari più liberi, con minori volumi di adacquamento, necessari non solo per salvaguardare le coltivazioni ma per la loro stessa attuazione. Basti pensare ad una insalata trapiantata che ha necessità di ricevere immediatamente l’apporto irriguo pena l’appassimento e la morte in poche ore. Questa situazione sta portando ad una disaffezione dei coltivatori per tali colture fino alla rinuncia o all’abbandono per una norma che, benché corretta sul piano generale, non tiene conto dei cicli colturali e della fisiologia delle colture”.
Da qui la richiesta di adottare una apposita deroga generale per le coltivazioni più delicate: insalate, indivie, radicchi, fagiolo, fagiolino, spinacio, cavolfiore, broccolo, verze, ecc.
“La deroga – aggiunge la Colonnelli – verrebbe inoltre concessa in una stagione che oltretutto non presenta la minima emergenza idrica e che tuttavia, comporta la sopravvivenza di interi settori e rappresenta un potenziale recupero di redditività per le aziende agricole in una annata finora disastrosa. Basti pensare – conclude – agli investimenti regionali in insalate per il consumo fresco o agli ortaggi destinati alla surgelazione. Mancando la materia prima si mettono in crisi tutte le filiere con rilevantissime perdite economiche e la necessità di approvvigionamenti fuori regione con l’aumento dei prezzi per i consumatori”.