Il girasole, è noto, rappresenta una delle eccellenze dell’agroalimentare marchigiano. Circa 40.000 gli ettari ogni anno coltivati nelle Marche (a fronte dei 90.000 in Italia) buona parte dei quali in varietà alto oleico, quella più ricercata dall’industria alimenta0re.
Un vero e proprio elemento identitario della nostra regione non solo sul piano agronomico, dove nonostante le rese altalenanti rappresenta una coltura da rinnovo indispensabile, ma con potenzialità anche in chiave turistica troppo spesse dimenticate. È ormai nota, ad esempio, la posizione di Confagricoltura Marche per spronare la Regione ad incentivare e premiare gli agricoltori che, durante l’estate, contribuiscono a rendere unico il paesaggio collinare regionale con i loro campi fioriti e colorati.
Frequenti, però, sono anche gli ostacoli alla semina di tale pianta posti da normative nazionali ed enti pubblici regionali che hanno spesso impedito l’utilizzo di prodotti fitosanitari indispensabili per la corretta gestione agronomica, come ad esempio la messa al bando dei geodisinfestanti.
Molte tematiche, spesso complesse, alle quali si aggiunge anche il dibattito circa la corretta gestione della pianta dalla semina, spesso non effettuata nei tempi adeguati, al raccolto. Tutte questioni, queste, che verranno affrontate nel prossimo convegno organizzato dal CREA il 7 febbraio a Casabianca di Fermo dal titolo : “Prospettive del Girasole nell’era digitale”.
Numerosi i relatori fra i quali non solo esponenti del mondo tecnico/scientifico ma anche i rappresentanti del mondo agricolo e, soprattutto, dell’industria destinataria del prodotto raccolto.
Si riporta di seguito il programma della giornata.