Prosegue la trebbiatura del grano duro nelle campagne marchigiane e si consolida qualche certezza: le produzioni si confermano in calo rispetto allo scorso anno, almeno del 15/20%, mentre le prime quotazioni dei prezzi che circolano indicano un valore sicuramente inferiore ai costi di coltivazione sostenuti dagli agricoltori.
Nonostante la stagione altalenante, risultano mediamente buone le proteine. E questo è almeno un elemento positivo. Il peso specifico, viceversa, è spesso basso. E questo non è un buon segnale a livello di quotazione.
In molti casi il prodotto finale ha risentito della grande piovosità che ha contraddistinto la primavera e la prima parte dell’estate (portando volpature, malattie fungine etc). La situazione comunque non è omogenea, anzi si mostra estremamente variegata a seconda delle zone. Ha inciso infatti molto il momento della semina, anche perché le piogge dello scorso autunno l’hanno ritardata spesso.
Idem per quanto riguarda la raccolta. La campagna è iniziata e dopo pochi giorni le forti piogge della settimana scorsa hanno interrotto la trebbiatura. In alcuni casi le precipitazioni non hanno aiutato soprattutto quei campi seminati precocemente. Il grano che era stato “allettato” alla fine della primavera con le ultime piogge ha degradato la qualità. Le semine ritardate hanno retto meglio. In un anno come questo, comunque, la tecnica di coltura può aver determinato in maniera più significativa del passato il buon risultato finale.