Il Custode di Moncaro: “Cooperativa viva e vegeta”

Garantito il pagamento delle uve. Confagricoltura: "Bene così!"
Economia
di Veronique Angeletti

Una cooperativa consumata dalle guerre intestine ma viva, vigorosa con tanti asset liberi di ipoteche e che vale – e molto – sul mercato, Terre Cortesi Moncaro. Una mega cooperativa che, purtroppo, non ha un Cda all’altezza per guidare la macchinosa struttura edificata negli anni da Doriano Marchetti. Lo storico e scaltro presidente e direttore estromesso con 12 voti su 13 dal suo proprio Cda il 27 febbraio. Una presa di potere spietata – Marchetti addirittura non poteva nemmeno più mettere un solo piede in azienda -, senza pensare come gestire l’indomani e che non si è abbastanza curata dell’interesse dei soci conferitori e delle loro economie. Una lotta intestina dove i protagonisti se la sono data di santa ragione a colpi di carte bollate e anche di sapienti sequestri conservati (29mila hl) con al saldo il rischio di portare a fin di vita la cooperativa vitivinicola più importante delle Marche.

Il Custode – amministratore giudiziario

Sulla crisi Terre Cortesi-Moncaro, Marcello Pollio il Custode amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Ancona con provvedimenti in data del 25 luglio e del 1° agosto ancora sta indagando ma con il suo staff di specialisti nel risanamento delle imprese ha già un’idea precisa di come tutelare gli interessi di tutti i soci conferitori che ha incontrato ieri pomeriggio. «Perché la Cooperativa deve andare avanti, fare da maxi-collettore e pagare le uve conferite. La tutela – ha spiegato – nasce proprio dalle misure cautelari e protettive emesse dal Tribunale di Ancona con i due provvedimenti. Dispongono che non possono, sotto pena di nullità, essere iniziate o proseguite azioni esecutive individuali e/o cautelari, né disposti sequestri conservativi, né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio del debitore da parte dei creditori aventi titolo o causa anteriore. Come dispongono il divieto per la generalità dei creditori della Società (inclusi gli istituti di credito anche per i contratti di affidamento bancario) di rifiutare l’adempimento dei contratti pendenti (anche di somministrazione) o di provocarne la risoluzione». Tradotto: «Per legge non posso pagare i debiti, ma creando una gestione separata garantire che le uve conferite quest’anno saranno pagate e, ad ulteriore garanzia, con il concordato preventivo tutti i crediti sorti in questa fase devono essere pagati prima degli altri creditori. Infine – osserva – le sorti della cooperativa sono tutelate dal fatto che, per statuto, anche se un socio vuole uscire dalla cooperativa è obbligato di conferire fino alla fine dell’anno».

Tutele imposte ma che vanno lette come «un impegno comune – incalza – e ciò per evitare ulteriori aggressioni e di contrasto contro la cooperativa proprio nell’interesse sì dei soci, ma anche del territorio e delle Doc mettendo un termine alla guerra tra visioni e persone».

Un’allusione del Custode al conflitto Marchetti e il Cda in carica guidato da Donatella Manetti, anche se il ruolo di prima donna spetta a Federica Morricone, la socia abruzzese di capitale (1,5 milioni di euro versati a giugno) che ha incassato 6 degli 8,75 milioni di euro per la vendita della sua azienda, la Cantina Villa Medoro ancora da perfezionare davanti al notaio. «Un litigio che non ha più senso -ribadisce Pollio – ogni decisione del Cda, rappresentante legale, deve essere comunicata e approvata dal Custode».

Sullo stato di salute di Terra Cortesi-Moncaro, ancora non ha il quadro completo. WineMarche Spa, Marchedoc, i prestiti, il rapporto con le cantine, il libro soci, ma dai sintomi e dagli aspetti con cui la crisi si è manifestata il suo giudizio clinico è che la cooperativa è viva e vegeta, vale almeno 40 milioni di euro e, con una serie di misure protettive emesse dal giudice anconetano, è al riparo d’interessi privati e speculativi.

L’incontro con 150 soci

Intanto, mercoledì 7 agosto, il Custode ha incontrato 150 dei soci conferitori. All’incontro era presente il presidente Confagricoltura Marche, Federico Castellucci: «E’ stata una riunione con proposte pragmatiche di ripartenze, che hanno dato fiducia ai soci. Confagricoltura conferma la sua disponibilità ed il suo appoggio non solo a tutela dei propri soci che sono soci anche di Moncaro, ma anche della filiera vino, che più che mai in questo momento deve essere propositiva, solidale e fare sistema».

All’incontro, il Custode ha dichiarato: che la cooperativa ha un grande potenziale e per salvarsi ha bisogno d’uve; che trovare 2 milioni di euro per pagare i soci conferitori non sarà un problema, in quanto esistono conti che le Banche non possono bloccare; e, per chi non ha fiducia nell’attuale Cda in carica, ha ribadito che è “in quiescenza” e che ogni decisione deve avere il suo avallo. Poi, ha giocato il suo poker d’assi: garantirà un prezzo ancora da definire ma che sarà almeno di 60€ al quintale, con pagamenti alla consegna (30%), a fine anno (30%) e il saldo a giugno; che, nell’interesse di tutte le Doc delle Marche, sta predisponendo Moncaro per la vendemmia riassumendo le figure chiave affinché tutte le tre cantine siano operative (Montecarotto-Camerano-Acquaviva) e dato l’ordine di pagare i stipendi arretrati; ha consigliato ai soci estromessi dal Cda guidato da Donatella Manetti intanto di conferire in attesa della valutazione dei legali; e dimostrato, con la presenza del presidente Rossano Landi, che saranno disponibili i mezzi della cooperativa Moderna, il braccio agricolo oggi paralizzato dai problemi di Moncaro.

 

 

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