Fratte Rosa paese di legumi e argilla. Ne avevamo parlato all’inizio di maggio, dedicando spazio alle tipiche fave coltivate sul “lubaco”, la conformazione argillosa unica del territorio particolarmente adatta alla coltivazione di legumi. Le coltiva Rodolfo Rosatelli nell’Azienda agricola “I Lubachi”, agricoltore custode delle fave, ma anche del pisello delle Fratte.
Quest’ultima varietà, racconta: “è stata riscoperta grazie all’impegno della Scuola Primaria di Fratte Rosa che, dopo una ricerca, ha iniziato a coltivarne nell’orto scolastico biodiverso. Gli alunni hanno realizzato delle interviste agli anziani del territorio che hanno testimoniato la presenza del prodotto nella zona da almeno 80 anni”. Tra questi, anche Dino Giombi, uno degli agricoltori storici di Fratte Rosa, che negli anni ha continuato la coltivazione del pisello, originariamente introdotto nel territorio da suo cognato.
Caratteristiche e coltivazione
Come raccontato agli studenti dagli anziani coltivatori, la semina del Pisello delle Fratte deve essere fatta tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo in un terreno possibilmente areato e privo di ristagni d’acqua. La raccolta sarà invece a maggio e “i piselli , una volta sgranati, potranno essere conservati all’interno di bottiglie”.
“La pianta è robusta e resiste al freddo ma diventa anche molto alta ed ha bisogno della rete per crescere – spiega Rosatelli – per questo negli anni è sempre stata piantata solo per uso casalingo e via via abbandonata”.
Un uso casalingo che da una parte ne ha limitato la diffusione rendendo la varietà conosciuta solo nella zona, ma che, allo stesso tempo, ha reso il Pisello delle Fratte protagonista di piatti ed occasioni conviviali che si legano e raccontano la nostra tradizione contadina.
Custode di tradizione gastronomica
Riguardo al sapore, la qualità principale del Pisello delle Fratte è la dolcezza ed essa lo rende l’ingrediente da accompagnamento ideale per i piatti. Inoltre, non essendo diffuso in grandi quantità, veniva considerato in passato un alimento di pregio. “Si lasciava spesso per le occasioni speciali – conclude Rosatelli – come cresime, battesimi o matrimoni quando veniva accostato alla carne”.
Un contorno che accompagnava la cottura degli arrosti oppure delle uova. La ricetta originale che le vuole affogate con il sugo ed i piselli è figlia della tradizione siciliana ma è presente, con alcune varianti, un po’ in ogni regione dove in campagna si allevavano galline che garantivano uova fresche, si allevavano maiali, (come ad esempio nella variante marchigiana) che permettevano di aggiungere al piatto della pancetta o del lardo, e si coltivavano piselli, dolci e tipici solo di quel territorio, come quelli coltivati da più di 80 anni a Fratte Rosa.
Sfoglia gratuitamente Marche Agricole cliccando qui.