“Io, allevatore di ovini, in balìa di burocrazia e predatori”

Antonello Nazzari spiega le ragioni della frustrazione che sta vivendo
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

Continuano le proteste degli agricoltori in tutta Italia e le Marche non fanno certo eccezione. Da nord a sud della nostra regione sono sempre di più le manifestazioni che vedono la presenza di un numero di trattori e mezzi agricoli in constante aumento. Centinaia di imprenditori agricoli che rappresentano il volto autentico della protesta, tutti accumunati da una grandissima sfiducia nei confronti delle istituzioni, Comunità Europea in primis, e che sperano in un cambiamento di passo radicale. Criticità serie per l’intero settore ma ancor più accentuate per chi si occupa di zootecnia. Fra questi anche Antonello Nazzari, imprenditore agricolo di Ascoli Piceno che gestisce un allevamento ovino e che ben conosce tutte le complessità che si sono abbattute su questo ambiente.

Nazzari, in un settore primario sempre maggiormente in difficoltà gli allevamenti sono, forse, il contesto dove si sentono le difficoltà maggiori. Può farci una fotografia della sua azienda?
“La nostra è una realtà familiare che gestisco insieme a mia moglie. Siamo allevatori di ovini da tre generazioni ed attualmente ci occupiamo di circa 150 ettari necessari alla produzione di foraggi e cereali per l’alimentazione degli animali e la conseguente rotazione. L’entroterra ascolano è un territorio complesso, collinare e particolarmente difficile dove non possiamo fare altre forme di agricoltura specializzata. Gli ultimi anni abbastanza siccitosi hanno influito parecchio sulle produzioni rendendo molto duro il nostro lavoro, soprattutto in mancanza di un sistema irriguo”.

Quello dell’ambiente, però, è proprio uno dei temi centrali alla base della recente legislazione europea contro la quale tutti stanno protestando. Non pensa che ci possano essere delle contraddizioni in questo?
“Chi fa l’agricoltore è il primo ad essere consapevole di quanto sia importante ciò che ci sta intorno, la salubrità dell’aria, il paesaggio ed ancor di più sa bene come le avversità climatiche possono abbattersi sul nostro lavoro. Ma non possiamo più accettare la lettura che vogliono far passare. Questa visione ricorrente degli agricoltori come dei devastatori che inquinano il mondo è totalmente falsa. Prima siamo stati costretti ad investire in trattori, attrezzature e macchinari moderni e costosissimi per assecondare le richieste di Pac e mercato, mentre ora ci viene chiesto di fare un passo indietro e ritornare ad usare la zappa! Non ci sta assolutamente nulla di logico, né di etico, in tutto questo… Il nostro è un lavoro fondamentale per la collettività e non solo per le nostre famiglie. Lo abbiamo visto durante il covid quanto è importante la produzione di cibo interna per una nazione, non si può mica importare tutto da fuori!”

Come accennato prima vi occupate di ovini, quale è la situazione generale di questo settore?
“Da un lato siamo stati costretti ad assecondare normative sul benessere animale sempre più stringenti e costose, controlli continui, registri elettronici e multe salate se non si rispetta ogni virgola, mentre dall’altro ci hanno lasciato in balìa della fauna selvatica, lupi e cinghiali soprattutto, che distruggono i raccolti od abbattano i nostri animali. I rimborsi, poi, sono ridicoli e le procedure per ottenerli talmente tanto complesse che spesso si sceglie di rinunciarvi e lasciare stare”.

Ascoltando alcuni esponenti delle istituzioni sembra invece che i soldi messi sul piatto siano parecchi…
“È inutile aumentare i fondi del PNRR per farci comprare il trattore elettrico, chi scrive queste norme non conosce la realtà. Oltre al fatto che sul mercato non ci sono ancora questi tipi di mezzi in campagna, magari due mesi il mezzo sta fermo in deposito ma poi, quando si comincia, lavora giorno e notte. Questo con l’elettrico sarebbe impossibile. Dicasi lo stesso per il Psr della regione, spesso i contributi ti aiutano unicamente a fare ulteriori debiti. Una situazione come quest’anno in cui le rese sono state basse e di prezzi anche, le aziende esposte finanziariamente stanno soffrendo molto”.

Come pensa che evolverà questa situazione di malessere?
“Al momento è difficile da dire, la frustrazione è tanta ma le nostre manifestazioni sono pacifiche. Io sono stato a Porto San Giorgio, Civitanova e giovedì andremo ad Ascoli. La speranza è quella di far capire a chi non è del settore quanto sia grave la situazione. Non siamo in Francia o in Germania, lì stanno facendo una piccola rivoluzione, le manifestazioni italiane sono tutte pacifiche ed organizzate con la questura. Speriamo che anche in questo modo riusciremo a far passare il messaggio”.

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Tags: Antonello Nazzari, in evidenza, protesta

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