Irrigazione orticole, serve la deroga per salvare le produzioni

La principali realtà produttive chiedono l'intervento della Regione
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

Ondate di calore eccezionali richiederebbero, almeno in teoria, una risposta da parte delle istituzioni altrettanto pronta. Soprattutto alla luce di certa, costante retorica sempre ben predisposta a ricordarci gli stravolgimenti che i cambiamenti climatici impongono, ma meno reattiva nell’individuare quali misure, in concreto, applicare per mitigarli. In tale contesto si inseriscono anche le complesse e farraginose norme che regolano tempi e modalità di irrigazione nelle nostre campagne.

Una problematica sentita da molte categorie e, soprattutto, da chi si occupa della coltivazione di orticole e leguminose molto spesso costretti a vedere morire le proprie coltivazioni poiché i regolamenti non ne consentono l’irrigazione in certi momenti della giornata.

L’appello delle principali realtà orticole

Da qui il recente appello, sottoscritto dalle principali realtà marchigiane attive nel settore, rivolto alla Regione affinché si intervenga il prima possibile onde evitare significative perdite di produzione. Covalm, Ortoverde, Promarche, Ambruosi & Viscardi ed Agromarche i firmatari della lettera (indirizzata agli assessori competenti) in qualità di rappresentanti della quasi totalità del comparto orticolo locale. Una rete capillare che coinvolge migliaia di aziende agricole, tre stabilimenti di trasformazione per ortaggi surgelati, una struttura per ortive di quarta gamma, oltre 800 addetti diretti e circa 130 milioni di € di fatturato.

Oggetto delle richieste: una regolamentazione inerente tempi e modalità per l’irrigazione di coltivazioni particolarmente sensibili agli sbalzi termici stagionali che sia meno rigida e più adeguata alla specificità agronomiche di queste eccellenze locali. Del resto, come riportato nella lettera, “colture come insalate, indivie, radicchi, fagioli, fagiolini, spinaci, cavolfiori, broccoli, verze, appena trapiantati, seminati o in campo, disseccano in poche ore se non si interviene tempestivamente. È pertanto a volte impossibile seguire alla lettera norme regolamentari, corrette sulla carta, ma che non tengono conto di queste peculiarità e specificità del settore.”

Il nodo dei controlli

Regole già rigide che trovano, poi, una ancor più stringente applicazione da parte degli organi deputati al controllo (Carabinieri Forestali in primis) che, come lamentano i produttori “applicando alla lettera la regolamentazione regionale, impediscono di fatto, con divieti e sanzioni, di portare a termine le coltivazioni o, semplicemente, a escluderle dai piani colturali.” Situazione difficile che determina non solo la rinuncia a colture di pregio fondamentali per l’alimentazione ma anche perdita di reddito e gravi ripercussioni sull’intera filiera di trasformazione a svantaggio dei consumatori finali.

Da qui la richiesta di deroga avanzata dall’intero comparto così da poter usufruire di orari più flessibili, calibrati sulla particolarità delle esigenze del settore. Un provvedimento che, se concesso, “non comporta nessun aumento dei consumi idrici ,ma solo una diversa distribuzione” ma consentirebbe ai produttori di superare questo periodo con meno danni possibili.

Tags: deroga, in evidenza, irrigazione, ondate di calore

Suggeriti

Tinture naturali, una serata nel ricordo di Alessandro Maria Butta
“Previsioni sui prezzi del grano duro? Difficile, ecco perché”

Da leggere