
In tempi di conflitti bellici in ogni parte del mondo, parlare di “guerra delle olive ascolane” è certamente fuori luogo ed irrispettoso. Di certo, però, la polemica aperta su uno dei prodotti tipici della nostra regione, continua ad accendere gli animi e a tenere banco nelle discussioni tra chi ritiene che debba essere rispettato rigorosamente il disciplinare e l’utilizzo dell’oliva varietà Ascolana, e chi lamenta il fatto che di questa varietà ve ne è talmente poca che non è sufficiente a coprire le esigenze del mercato.
Sul primo fronte stanno il Consorzio di Tutela e Valorizzazione dell’Oliva Ascolana del Piceno Dop con la produzione artigianale certificata e le associazioni di categoria, su quello opposto gli industriali ascolani.

A provare a mediare tra le distinte posizioni è ora il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, il marchigiano Mirco Carloni. Che dopo aver presentato una interrogazione per richiedere più controlli sull’autenticità della produzione, sposando così la tesi del Consorzio, adesso cerca una intesa con la Confindustria picena.
Per martedì 18 marzo, infatti, è stato programmato un incontro a Roma tra Carloni e gli industriali di Ascoli guidati dal presidente Simone Ferraioli. Si ricorda che nel 2005, e dunque 20 anni fa, quando venne costituito il Consorzio, ne facevano parte anche gli industriali e la scelta della denominazione. Ora però, come detto, gli industriali lamentano l’impossibilità di poter produrre olive all’ascolana. Una specie che, tra l’altro, per caratteristiche – le dimensioni ridotte – non può essere interamente utilizzata per produrre le olive all’ascolana e che finisce più facilmente in frantoio per produrre un monovarietale che viaggia a prezzi più che interessanti, con una media di 30 euro al litro.
Non essendoci all’orizzonte nuovi oliveti in grado di ampliare l’offerta (è stato annunciato un prossimo sostegno pubblico per ulteriori impianti che non entreranno comunque in produzione prima di almeno 8 anni), la scelta in molti casi si è orientata sulle grandi olive greche, apprezzate per altro dai consumatori.
Come conciliare le rispettive esigenze? Difficile dirlo e sicuramente occorrerà tutta la diplomazia di Carloni per raggiungere un accordo tra consorziati e industriali, accordo che va assolutamente trovato.