Con 35 prodotti Dop o Igp, di cui 21 circoscritti al vino, il peso della cosiddetta Dop Economy marchigiana è piuttosto modesto sia nel panorama nazionale, dove si attesta al 14° posto, sia all’interno della produzione agroalimentare regionale, toccando appena il 6% del valore economico complessivo.
Lo evidenzia l’ultimo rapporto Ismea – Qualivita appena reso noto, nel quale si evidenzia come il valore complessivo delle produzioni certificate delle Marche sia pari a 136 milioni di euro, una inezia rispetto agli oltre 20 miliardi che si registrano in Italia, trainate da regioni come il Veneto o l’Emilia Romagna.
Nel dettaglio marchigiano, i 21 vini Dop o Igp, che vedono attivi 1881 operatori, hanno garantito nel 2023 l’80% del volume certificato regionale, pari a 109 milioni, con un -1,5% rispetto all’anno precedente. Siamo al 12° posto in questo caso nella classifica nazionale, dove ai primi tre posti primeggiano Veneto (4,3 miliardi di euro) e, a debita distanza, Piemonte (1,2 miliardi) e Toscana (1,1).
Dei restanti 14 prodotti certificati legati al cibo, gli 873 operatori marchigiani coinvolti hanno raccolto 27 milioni di euro, in leggera crescita (+1,2%) rispetto all’anno prima. Prevalenti, in questo ambito, sono i prodotti a base di carne, seguiti da quelli delle carni fresche e infine dei formaggi.
Con il vino a trainare il mercato di Dop e Igp, naturale che sia la provincia di Ancona, terra del Verdicchio dei Castelli di Jesi, a detenere la quota di valore maggiore (il 36%), seguita da quella di Macerata (33%), quella di Ascoli Piceno (22%, in cui è computata anche Fermo) ed infine quella di Pesaro e Urbino (6%).