Le Marche produrranno quest’anno quasi 700 mila ettolitri di vino (699 per l’esattezza), il 25% in meno rispetto alla scorsa campagna quando si erano raggiunti i 932 mila ettolitri e ben lontani dalla media degli ultimi 5 anni fissata in 892 mila ettoilitri. Sono queste le stime di Assoenologi, Ismea ed Unione Italiana Vini diffuse nella conferenza stampa indetta per indicare le previsioni della vendemmia in corso. Stime che indicano sotto ai 44 milioni di ettolitri (43,8 per l’esattezza) la produzione vitivinicola italiana, in calo del 12% rispetto ai 50 milioni dello scorso anno. Cifre alla mano, il peso vitivinicolo marchigiano si fermerebbe così all’1,5%.
Secondo i tecnici sarà probabilmente questa la vendemmia più leggera degli ultimi 6 anni, ancora una volta caratterizzata dagli effetti ormai cronici dei mutamenti climatici che, con i relativi decorsi meteorologici incerti e spesso estremi (+70% le giornate di pioggia sui primi 8 mesi dell’anno scorso), hanno determinato importanti differenze quantitative lungo tutto lo Stivale. È infatti un vigneto Italia spaccato a metà quello fotografato dall’Osservatorio, che vede il Nord confermare i livelli dello scorso anno (+0,8%), mentre al Centro, al Sud e nelle Isole si registrano flessioni rispettivamente attorno al 20% e 30%. Protagonista dell’annata, la Peronospora, malattia fungina determinata dalle frequenti piogge che non ha lasciato scampo a molti vigneti soprattutto del Centro-Sud e delle Marche in particolare.
I tecnici dell’Osservatorio ribadiscono però come la Peronospora non influisca direttamente sulla qualità delle uve sane: i primi grappoli raccolti destinati alle basi spumante presentano infatti buoni livelli di acidità e interessanti quadri aromatici, che danno positive prospettive enologiche. Per le altre tipologie saranno determinanti le condizioni meteo del mese di settembre e ottobre quando si svolgerà il grosso della raccolta.