“Le strade del formaggio” per lanciare il turismo caseario nelle Marche

Un fenomeno in costante crescita e fonte di interessanti opportunità
Attualità
di Veronique Angeletti

Le strade del formaggio oltre a quelle del vino, dell’olio e della birra. All’idea ci sta lavorando il presidente della rete del turismo caseario, Eros Scarafoni del caseificio Fontegranne di Belmonte Piceno e presenta vantaggi economici ed ambientali. Regalando ulteriori opportunità di sviluppo potrebbe contribuire a mantenere i presidi sui territori e impedire il calo dei greggi e la perdita di biodiversità.

Il turismo caseario

Eros Scarafoni

«L’attrattività del turismo legato al formaggio – spiega Scarafoni – è un trend in crescita». Cita i dati del primo report sul turismo caseario. Presentato il mese scorso dall’associazione italiana turismo enogastronomico svela che il 32,7% dei turisti italiani, in valore assoluto 6,8 milioni di persone, dichiarano questi ultimi tre anni di aver partecipato ad almeno un’esperienza a tema formaggio. Riguarda visita ai caseifici, partecipazione ad eventi, degustazioni guidate.
«La qualità e il gusto del formaggio – ricorda Scarafoni – sono legati al terroir e ad un patrimonio di conoscenze. Il che rende ogni forma unica. I pascoli dove si alimentano gli animali fanno di ogni formaggio che sia di latte di vacca, di pecora, di capre un simbolo della biodiversità del luogo. Chi visita i nostri caseifici – ribadisce – è interessato agli animali, a cosa mangiano, al loro ciclo produttivo, al pastore che le custodisce, vuole vedere i pascoli, il caseificio».

Nel report, il 72,9% dei turisti italiani sono interessati agli acquisti; il 69%, alle degustazioni in abbinamento con cibi e vini locali; il 65,6%, alla produzione; il 51,8% ad imparare l’arte dei casari. E  quasi la metà vorrebbe parlare con il proprietario del caseificio, il che aiuta, nelle aree interne delle Marche, a contrastare il turismo mordi e fuggi.

Vittorio Beltrami all’apertura del formaggio di fossa

Un sostegno alle zone montane

Ieri, vigilia di Santa Caterina, giorno tradizionale dell’apertura delle fosse per il formaggio di fossa, la Formaggeria Beltrami a Cartoceto è stata la meta di centinaia di Cheese lovers venuti per l’occasione da ogni dove anche dall’estero. Idem per l’evento organizzato sempre ieri da Scarafoni a Belmonte Piceno.

Le strade dei caseifici inoltre vanno a supporto degli allevamenti eroici. «Offrono ulteriori opportunità alla pastorizia nelle zone montane» conferma il Dott. Paride D’Ottavio, ricercatore specializzato nella gestione di sistemi pastorali al D3A dell’Univpm. «Si tratta di un’attività essenziale per la conservazione delle praterie secondarie, habitat ricchi di biodiversità e tutelati dalla Rete Natura 2000, che, se abbandonati, rischiano di scomparire a causa di dinamiche vegetazionali».

La pastorizia a rischio, di fatto è tra gli obiettivi di “Generazione formaggi”. Un progetto che unisce i Consorzi Dop della Casciotta d’Urbino, del Piave e del Provolone Valpadana e mira a rilanciare la zootecnia e ostacolare la «desertificazione economica, culturale e sociale» delle aree marginali. Obbedisce agli stessi principi della legge agricola per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile (under 41), primo firmatario Mirco Carloni, presidente della CXommissione Agricoltura della Camera. Legge che gode di un fondo di 156 milioni di euro dal 2024 al 2029 e 27,76 milioni annui dal 2030 e sostiene le aziende presidi, quelle che vanno a difesa del suolo.

Tags: Eros Scarafoni, in evidenza, strade del formaggio

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