Una campagna olearia che si annuncia straordinaria per le Marche, come non se ne registrava da anni. Tante, ma tante olive sulle piante e soprattutto perfettamente sane, capaci di garantire una straordinaria qualità. Dal nord al sud della regione è un giudizio unanime quello che giunge da olivicoltori e frantoiani che sono già pienamente operativi e che hanno avuto modo di apprezzare, con grande soddisfazione, i risultati del proprio lavoro.
Certo, la nostra regione in fatto di olio è solo un territorio marginale, con poco più di 8 mila ettari di oliveti a fronte del milione a livello nazionale, fatto questo che porta la produzione olearia marchigiana ad attestarsi attorno all’1%. Ciò non toglie, però, che sono stimati in circa 15 mila gli olivicoltori, in gran parte hobbisti, impegnati in questi giorni nella raccolta per portare le loro olive in uno dei 150 frantoi presenti, dove si svolge prevalentemente attività di trasformazione conto-terzi. Non manca, ovviamente, una presenza di significative aziende che producono con marchio proprio , ottenendo significativi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Tra l’altro il patrimonio olivicolo marchigiano è costituito da una straordinaria biodiversità con oltre venti varietà presenti, fatto questo che riesce a caratterizzare per ciascun territorio specifiche proprietà sensoriali ed organolettiche degli oli di oliva.
La parola ai produttori
“Una campagna così è da almeno dieci anni che non si registrava” gongola Gaetano Agostini, a capo del frantoio di famiglia di Petritoli (Fm) e presidente del Consorzio Igp Marche. “Abbiamo cominciato a lavorare già dal 20 settembre anche perché c’era bisogno di olio nuovo, essendo le scorte praticamente finite ovunque. Gli olivi sono carichi e sono tutte olive di ottima qualità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Domenico Fratoni di Ascoli, che ha seguito le orme del padre per la gestione di un frantoio che da oltre mezzo secolo è un punto di riferimento degli olivicoltori del piceno e non solo. “È una campagna fortunata per il nostro territorio” ci spiega. E aggiunge: “Le temperature vicino ai 40 gradi di giugno e che si sono mantenute elevate per tutta l’estate hanno impedito la formazione della mosca che è il nemico numero uno in oliveto. Le ultime piogge, poi, hanno dato vigore alle olive che si presentano davvero bene. Gli oli prodotti in questi giorni sono molto fruttati, ricchi di polifenoli, idonei per piatti gourmet. Forse si è anche anticipato troppo la raccolta, e questo se da un lato ha esaltato la qualità, dall’altro ha pregiudicato un po’ la resa che, per chi trasforma, rappresenta pur sempre un obiettivo importante. Mi hanno raccontato ad esempio che in un oliveto con varietà Carboncella e Rosciola, gli abbacchiatori facevano fatica a staccare le olive dai rami. Sono convinto, però, che andando avanti la resa aumenterà significativamente, addolcendo al tempo stesso un po’ l’olio, così da renderlo idoneo anche a quei consumatori, penso alla signora Maria, che cercano un olio per cucinare non troppo amaro o piccante”.
Salendo a nord, in provincia di Ancona, Lorenzo Mosci del frantoio F.lli Mosci di San Marcello, altro produttore di Igp Mache, è ancora più ottimista: “Non ricordo un’annata con oliveti così carichi di olive. Tutte le varietà stanno esprimendosi al meglio, raggiungendo in gran parte dei terreni anche 70 quintali di olive ad ettaro . Il Leccino è già pronto, per le altre varietà, a partire da Raggia, Mignola o Ascolana Tenera, c’è ancora da aspettare, ma le previsioni sono comunque ottime”.
Si punta a numeri record
Insomma, una campagna che ci voleva proprio dopo l‘annata davvero drammatica dello scorso anno che aveva visto le Marche toccare il minimo storico in fatto di produzione con appena 1.500 tonnellate di olio, a fronte di una media annuale dell’ultimo decennio che è pari a più del doppio. E chissà che quest’anno, visto come stanno andando le cose, non si riesca a toccare un nuovo record.
A proposito, a conferma di un olio extravergine di oliva totalmente marchigiano, è interessante notare come questi tre frantoi menzionati, così come la stragrande maggioranza, utilizzino la tecnologia della Pieralisi di Jesi, leader nella produzione di macchine olearie e una delle aziende che rappresenta l’orgoglio dell’industria regionale nel mondo.