Minacciati migliaia di alberi di due città marchigiane

Il tarlo asiatico è tra i parassiti più pericolosi per numerose specie
Economia
di Alberto Maria Alessandrini

Problema non particolarmente noto al grande pubblico, quello del tarlo asiatico è in realtà un argomento destinato a creare un forte dibattito. Questo insetto, tecnicamente noto come Anoplophora glabripennis Motschulsky, originario dell’Asia orientale è fra i parassiti più pericolosi per una lunga serie di specie vegetali. Una volta insediatosi nelle piante, infatti, l’infestazione produce forti danni fusto ed al sistema linfatico. Le larve scavano il legno in profondità e tale deperimento indebolisce la pianta fino al punto di causarne la morte nel giro di pochi anni. Aceri, ippocastani, ontani, betulle, carpini, noccioli, faggi, frassini, platani, pioppi, salici, tigli e olmi sono solo alcune fra le essenze colpite. Giunto in Europa attraverso il legno dei bancali ed i bonsai, il primo caso registrato in Italia risale al 2000 (Lombardia). La prima segnalazione della presenza nella nostra regione è datata 2013 quando fu rinvenuto su una pianta di acero nel Comune di Grottazzolina (FM). Successivamente sono state colpite diverse aree fra le provincie di Fermo, Ancona e Macerata per una superficie complessiva di oltre 7.000 ettari. Attualmente sono due i focali di maggiore rilievo nei comuni di Civitanova Marche e Francavilla d’Ete, monitorati e gestiti dai tecnici di Regione ed A.M.A.P.
Facilmente intuibile il timore degli operatori del settore, vivaisti in primis. Tali infestazioni, infatti, non hanno al momento trattamenti fitosanitari riconosciuti ed il protocollo di eradicazione è particolarmente rigido. Una volta accerta la presenza del tarlo su una o più piante viene imposto l’abbattimento di tutte le essenze vegetali potenzialmente aggredibili in un raggio di 100 metri, indipendente dal loro stato di salute. Operazione già dispendiosa è resa ancora più complessa dall’obbligo di cippatura di tronchi e ramaglie in dimensioni sufficientemente fini da eliminare completamente larve ed insetti adulti. Il tutto ad integrali spese dei malcapitati proprietari del terreno.
Una vera e propria piaga che ha già colpito in modo trasversale giardini di privati cittadini, parchi e viali pubblici e, naturalmente, grandi impianti vivaistici. Ed è proprio qui che i danni economici assumono il maggiore rilievo: futuri focolai dell’infestazione, soprattutto nel sud della nostra regione (zona ricca di importanti aziende florovivaistiche) rappresenterebbero un danno economico rilevantissimo e paralizzerebbero un settore con un importante valore della produzione.
A tal proposito sarà fondamentale che, oltre ai controlli sempre più capillari effettuati dai tecnici del servizio fitosanitario di A.M.A.P., la stessa Regione Marche scenda in campo in maniera ancor più incisiva mettendo a disposizione ulteriori risorse per ristorare le imprese coinvolte. Nel solo comune di Civitanova Marche, ad esempio, la scorsa estate è stato ingiunto l’obbligo di abbattimento per oltre 17.000 piante. Ad oggi, non sono previsti indennizzi, ma laddove il problema dovesse allargarsi ulteriormente è inevitabile che tali spese non potranno più essere integralmente gestite dai privati.

Tags: in evidenza, tarlo asiatico

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