Moncaro, la gestione della liquidazione sarà ministeriale

La Corte d'Appello conferma la sentenza del Tar
Attualità
di Veronique Angeletti

Vince nuovamente il Ministero del Mady in Italy nel secondo round in tribunale per la gestione della liquidazione di Terre Cortesi Moncaro. Dopo il Tar del Lazio, anche la Corte d’Appello di Ancona ha dato ragione a Giampaolo Cocconi, il commissario nominato dal Ministero. Spetta a lui a gestire la liquidazione coatta amministrativa della più grande coop vitivinicola delle Marche gravata da un passivo di 38,5 milioni di euro. Certo, ancora la parola fine non si può scrivere. Esiste la possibilità di un ricorso in Cassazione da parte del Tribunale dorico tramite il collegio formato dai curatori (Marcello Pollio, Simonetta Romagnoli e Salvatore Sanzo) che ha già chiamato il Consiglio di Stato a pronunciarsi sulla decisione (a favore di Cocconi) del Tar del Lazio del 18 dicembre. Udienza fissata per il 31 gennaio prossimo. Ma questo non riduce la portata della sentenza della Corte d’Appello che, fino al passato giudicato della propria sentenza, revoca quella di liquidazione giudiziale della coop di Montecarotto e organizza l’esercizio provvisorio di Cocconi.

Al dunque, da venerdì, la gestione di Moncaro è passata di mano. Cocconi, che da 120 giorni è già il rappresentante legale di Moncaro, dovrà sotto la vigilanza dei curatori, ogni dieci di ogni mese, riferire al Tribunale di Ancona delle operazioni attive e passive e illustrare con una relazione la gestione economica, patrimoniale e finanziaria della cooperativa di Montecarotto. Era stato nominato il 3 ottobre scorso commissario governativo dal Mimit in sostituzione al Cda guidato da Donatella Manetti a seguito di un verbale degli ispettori, inviati ad agosto dal Ministero, dopo la relazione negativa di Legacoop Marche e su richiesta della Cia regionale.

Una sentenza, quella della Corte d’Appello, che è vero mantiene il doppio binario (i curatori controllano l’operato del Commissario) ma, entrando nel merito, fa da pietra miliare nella diatriba per la gestione della liquidazione tra Tribunale e Ministero. Considera che l’apertura di una procedura di concordato non impediva il Mimit con un Decreto di avviare la procedura di liquidazione coatta amministrativa e considera la firma del Ministro Adolfo D’Urso precedente alla sentenza depositata di liquidazione giudiziale del Tribunale perché a dare efficacia al Decreto non è la sua pubblicazione in Gazzetta.

La “vincita” del Mimit è stata accolta con entusiasma dall’avvocato Corrado Canafoglia, il legale senigalliese delle quindici aziende e del Comitato “Amici della Moncaro” intervenuti volontariamente a fianco del Commissario nel ricorso in Corte di Appello. «Si tratta di un’iniziativa di supporto – ha ricordato Canafoglia – che ritenevamo fondamentale nell’interesse di Moncaro che ricordo coinvolgeva oltre 700 aziende conferitrice d’uva e 70 dipendenti e va nell’interesse della sopravvivenza del sistema vitivinicolo marchigiano. Il patrimonio della Moncaro deve rimanere nelle Marche». Aggiunge il presidente del comitato Marco Gambini Rossano: «questa sentenza mette un termine al blocco delle lavorazioni dei vigneti che portava ad un depauperamento del valore aziendale».

Negli ambienti vicino alla curatela circola tuttavia la notizia che, proprio nell’interesse di una gestione celere ed operativa della Moncaro ed evitare al Commissario Cocconi una rendicontazione così impegnativa come da sentenza, i curatori stanno pensando a non proseguire nei ricorsi e a trasferire al più presto l’esercizio operativo. Ciò proprio a tutela degli asset. Sicuramente da collegare al fatto che i curatori, questi giorni, hanno negoziato con il commissario ministeriale Lorena Bucari – incaricata dalla liquidazione coatta amministrativa della cooperativa Moderna – la risoluzione anticipata dei contratti dei terreni di proprietà che il braccio agricolo della Moncaro aveva in affitto. E anche steso un piano programmato con l’enologo D’Ignazi per salvare i filari dopo un’anno d’incuria.

Tags: Cocconi, Corte d'Appello, in evidenza, Moncaro, Tribunale di ancona

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