Lunedì 9 settembre, il Tribunale di Ancona ha detto sì al concordato preventivo con riserva promosso dal Consiglio di amministrazione di Terre Cortesi Moncaro. Domanda inoltrata la vigilia dell’udienza fissata per il 5 settembre per dibattere di due istanze per fallimento. Una della ditta romagnola Santarelli per la fornitura di mosto, vino bianco e rosso per un importo di 1,1 milione di euro e una dello scatolificio anconetano Lucarelli per 180 mila euro.
Un sì severamente condizionato
Sono stati nominati non uno ma ben due Commissari: il commercialista Fabio Pettinato e l’avvocato Salvatore Sanzo, ambedue milanesi e esperti in ristrutturazioni aziendali. Commissari che si dovranno coordinare con il Custode Marcello Pollio confermato nelle sue funzioni. Il provvedimento ha esteso per altri 30 giorni le misure protettive che mirano a garantire il valore della cooperativa e la continuità operativa. Rigido, il collegio non ha dato i soliti 60 giorni per elaborare la proposta, ma preso atto che ci sono pendenti già due istanze di fallimento e che il Cda aveva il 23 luglio, due giorni prima che fosse nominato il Custode, avviato un piano di risanamento. Il che equivale a dire ai consiglieri: il tempo decorre da quando avete assunto la delibera. Chi ha fatto perdere del tempo dovrà assumerne le responsabilità. Da ricollegare al severo ammonimento della giudice Giuliana Filippello durante l’udienza del 5 settembre quando ha redarguito attraverso la presidente Donatella Manetti «in quanto bisogna essere rapidi e coordinati e non agire in autonomia».
I Commissari dovranno inoltre tenere i contatti con il Cda di Moncaro e con il Custode. Il che rende più marginale il ruolo del consigliere Andrea Carfagna nominato dal Cda come collegamento con il tribunale.
Infine, i giudici chiedono ai Commissari e al Custode «di riferire immediatamente al Tribunale su ogni atto di frode ai creditori non dichiarato nella domanda ovvero su ogni circostanza o condotta del debitore tali da pregiudicare una soluzione efficace della crisi».
Numeri molto preoccupanti
Un provvedimento rigido, più unico che raro, che prende atto delle tante inconsuete decisioni imposte e le difficoltà operative, tra amarcord, rancori e anche colpi di scena, che hanno aggravato la crisi di Terre Cortesi Moncaro e rallentato l’operatività del Custode. Si stima che il debito da 38 milioni potrebbe essere salito a 50 e il fatturato commerciale dai 32,6 milioni del bilancio chiuso a luglio 2023 sarebbe calato a luglio 2024 a 13,6.
Ma un provvedimento che prende anche atto di come il Custode, il suo modo di operare per garantire la continuità aziendale abbia creato un clima di fiducia e messo un termine alle speculazioni. Clima che si vede nel conferimento delle uve da parte dei soci della cooperativa che non si sentono, come prima, in obbligo per statuto di conferire fino alla fine dell’anno ma vendemmiano perché sperano che la cooperativa avrà i numeri per andare avanti e potranno recuperare gli oltre 2 milioni di euro di prestiti sociali o risparmi che hanno in Terre Cortesi Moncaro.