Molti sono i protagonisti della stagione fredda in natura. Uno di questi è la mela ed un ruolo di primo piano glielo ha riservato anche la tradizione. Infatti religione, mitologia, immaginazione e cronaca, risultano piene di riferimenti che mettono sempre una mela sul vassoio della Storia. Ma questa, si sa, è una vecchietta dalla mano traballante che spesso ha fatto rotolare malignamente i succosi frutti qua e là, finendo per determinare le umane sorti. Sarà poi perché spostandone le vocali viene fuori la parola ‘male’, che il frutto è sovente associato a vicende tragiche. Quindi “intorno al focolare” cercherà di restituirgli la dignità storica che merita.
Il viaggio dura circa tremila anni, ma la strada è ben segnata.
Eva decise di cogliere il pomo del peccato per rendere più interessanti le lunghe giornate all’aria aperta. Lei ruppe gli indugi perché un imbranatissimo Adamo esitava ad indirizzare le sue attenzioni verso forme della natura che, da quel raccolto in avanti, gli sarebbero poi apparse sempre più irresistibili. Quindi è proprio il caso di dire che da una mela nacque l’umana progenie!
Afrodite ne ricevette una d’oro da Paride, come trofeo nella prima edizione di Miss Universo. Quella che, per contratto con Zeus, era la dea della bellezza, non poteva permettersi di perdere contro le sue rivali (Era ed Atena), quindi giocò sporco e vinse perché si promise al principe con stile di vita da gigolò ante litteram. Ne scaturì la guerra di Troia: quindi, detta in breve, da una mela nacque anche la Città Eterna.
E che dire di Guglielmo Tell che per salvarsi la vita mise a repentaglio quella del figlio, scoccandogli un dardo proprio sopra la capoccia bionda ed incoccando un mela? Dall’episodio scaturì una rivolta popolare che portò alla costituzione dell’attuale Confederation Helvetique. Si può serenamente affermare, quindi, che da una mela nacquero anche le potenti banche svizzere!
Nell’Inghilterra della metà del Settecento una ne cadde in testa ad Isacco Newton appisolato sotto un albero e lui, con aplomb tutto british, non se la mangiò, come avrebbe fatto qualsiasi essere umano, ma ci elaborò sopra la teoria della gravitazione terrestre. Valli a capire gli Inglesi!
Ma da una mela nasce una delle più importanti leggi della fisica. Cento anni dopo in Germania, i fratelli Grimm la usarono per far eliminare Biancaneve dalla regina cattiva, in una delle narrazioni più famose dell’immaginario fiabesco che scaturisce poi in una bellissima storia con il suo principe Florian: da una mela nasce quindi l’amore eterno.
Arriviamo alla cronaca dei giorni nostri e non possiamo dimenticare che New York è anche detta la Grande Mela; la Apple Records fu la prima casa discografica dei Beatles e infine che Steve Jobs ne volle una morsa come logo del ‘nuovo paradiso terrestre’ dell’elettronica che si chiama appunto Apple, cioè Mela.
A voler tirare le prime conclusioni possiamo quindi dire che una mela ci ha fatto nascere, una ha fatto nascere Roma, un’altra le banche svizzere, una ci ha erudito, una ci ha fatto conoscere l’amore, una la musica, una ci ha connesso con il mondo. E ditemi voi adesso se questo è il frutto del peccato!
Insomma, se la saggezza popolare ne prescrive una al giorno per togliersi il medico di torno, significa che il frutto merita più rispetto.
Mela dunque, dal latino ‘malum’, con radice greca ‘mel’ che la accomuna al miele, con cui condivide la dolcezza del sapore. Ad altissima proprietà antiossidante e meglio se mangiata con la buccia ben lavata, se ne contano cinquemila varietà nel mondo e solo in Italia più di mille. Nella nostra regione maturano dieci specie autoctone: la Gelata, la Fragola, la Rosa, la Limoncella, la Rosa Gentile, la Verdone, la Muso di Bue, quella del Papa, la Rosa in Pietra e La Carella di Cerreto d’Esi.
Nella galleria dei ricordi associati alla mela appare una buccia messa nella sacchetta del tabacco da pipa per mantenerne la fragranza.
Probabilmente per molti ha rappresentato anche il primo vero pasto semi-solido, dopo interminabili poppate. Sì insomma il primo omogeneizzato fatto in casa, semplicemente passandola con forza sulla indimenticabile grattugia di vetro. Spesso sostituiva il dessert, a tutto vantaggio delle nostre coronarie. E se poi proprio non possiamo fare a meno del dolce, non si rinunci a quel succulento vortice di sapori che è lo strudel, parola che in tedesco informale significa appunto ‘vortice’.
Suo padre, il melo è niente meno che “l’albero della conoscenza del bene e del male”, come lo definisce la Bibbia nella Genesi. È un albero antichissimo di origini euro-asiatiche.
Infine, in tempi di grandi chef di tendenza, eccovi servita la ricetta tramandata “Intorno al Focolare”. Prendete appunti: individuate un albero di mele, sedetevi alla sua ombra dopo averne rubata una bella succosa; strofinatevela sul petto, ammiratene la brillantezza, mordetela con gusto senza preoccuparvi di elaborare alcuna teoria fisica, ma sputandone accuratamente i semi tutto intorno. Male che vada avrete contribuito a riempire di meli tutta la terra. Già la Terra, così sferica, così piena d’acqua… Così simile ad una mela cosmica attaccata all’albero dell’Universo e noi dentro come invadenti vermetti… Speriamo solo non disinfestino!
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