![](https://www.marcheagricole.it/wp-content/uploads/2025/02/Mozzarella-STG-768x768-1.jpg)
Ci sono novità per la Mozzarella tradizionale Stg, dove Stg sta per Specialità Tradizionale Garantita, prodotto vanto delle Marche. In Italia, con il Veneto, la nostra regione rappresenta uno dei presidi più importanti. Ogni anno vengono lavorate nella nostra regione in media 30 mila tonnellate di latte per produrre più di 4.300 tonnellate di Mozzarella tradizionale Stg. Un formaggio fresco a pasta filata, morbido e a fermentazione lattica, prodotto con latte vaccino fresco principalmente dei Monti Sibillini e realizzato seguendo un processo di lavorazione tipicamente italiano. La si riconosce dal ciuccio e dai nodini fatti a mano.
La novità è l’approvazione del Regolamento 1143/24 da parte dell’Unione Europea. Innanzitutto, perché fa dei consorzi che tutelano i prodotti a Indicazione Geografica (IG) dei veri e propri pilastri del sistema delle Ig; poi, perché mette a disposizione delle risorse che possono aiutare i produttori a competere sui mercati globali.
![](https://www.marcheagricole.it/wp-content/uploads/2025/02/PaoloCesaretti.jpg)
Per Paolo Cesaretti, presidente del Consorzio Tutela Casciotta d’Urbino Dop, che ha contribuito sia nel 1998 alla stesura del disciplinare di produzione della Mozzarella Tradizionale, sia alla sua modifica nel 2022, si tratta di una svolta. «Il regolamento europeo – spiega – oltre ad assicurare una maggiore tutela legale contro imitazioni e frodi, rafforza i controlli lungo tutta la filiera e garantisce più trasparenza per i consumatori, che potranno così riconoscere più facilmente i prodotti autentici».
Ma è anche una bella spinta all’export. Il regolamento consente ai Consorzi di accedere a dei fondi per realizzare progetti europei e internazionali di ampio respiro che sostengono le esportazioni e rafforzano la competitività dei produttori sui mercati globali. «Risorse che consentiranno al futuro consorzio della Mozzarella tradizionale Stg – entra nel merito Cesaretti – di supportare i produttori con formazione, assistenza e condivisione delle disponibilità, di migliorare la qualità. E di disporre di un ente che potrà avere un ruolo chiave nel costruire rapporti con le istituzioni europee e nazionali e, ad esempio, fare da portavoce ai produttori per meglio difendere i loro interessi».
Un Consorzio che potrà inoltre dare un supporto per investire in tecnologia ed essere a fianco ai soci per l’applicazione di pratiche rispettose del benessere animale od ancora per lanciare delle campagne per educare i consumatori alla qualità e al grande valore aggiunto di questo formaggio testimone della qualità e dell’autenticità del made in Marche. Un regolamento che stimola quindi alla tessitura di nuove intese in particolare tra produttori veneti e produttori marchigiani.