Quaderno di Campagna elettronico rinviato al 2026

Resta il rischio di un aggravio burocratico per il pagamento della PAC
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

La pubblica amministrazione italiana, si sa, non brilla certo per capacità organizzativa e chiarezza comunicativa. Dopo mesi di convegni, annunci e conferenze per avvertire (promossi anche da Agea e Ministero) dell’introduzione obbligatoria ed “erga omnes” del Quaderno di Campagna elettronico dal 2025 si scopre oggi che le cose non starebbero proprio così. Gli ulteriori chiarimenti giunti dagli organi preposti, infatti, sembrerebbero far slittare l’inizio di questo nuovo corso a far data 01/01/2026.

Motivo: gli obblighi europei alla base di questo nuovo strumento entrerebbero in vigore il prossimo anno. Sorvolando sui giudizi che si potrebbero esprimere sulla gestione dell’intera questione da parte di Ministro e dirigenti Agea, gli agricoltori non possono che tirare un momentaneo sospiro di sollievo. Un ulteriore anno di respiro che non risolve il problema, ma si limita a rinviarlo dando, almeno, la possibilità agli utenti di prendere dimestichezza con questo strumento.

Resta, però, il fatto che l’istituzione e l’aggiornamento del Quaderno di Campagna è un obbligo ormai sancito da tempo, precisamente dal D.Lgs. 150/2012, per documentare tutte le attività agricole e i trattamenti fitosanitari. Una volta completato il passaggio al formato digitale, come orami noto, si assisterà all’integrazione con il fascicolo aziendale, entrambi gestiti tramite il SIAN, e metterà in correlazione i dati relativi ai trattamenti e alle fertilizzazioni con gli specifici appezzamenti di terreno identificati nel Piano Colturale Grafico (PCG), punto di partenza delle domande di contributo PAC.

E sta proprio qui il timore, anche alla luce della già complessiva gestione delle domande PAC che saranno subordinate ad ulteriori passaggi e vincoli da verificare. Criticità che si inseriranno in un sistema già malfunzionante, macchinoso e molto spesso bloccato da guasti tecnici.

Luca Pompozzi

A tal proposito Luca Pompozzi, direttore di Confagricoltura Macerata, puntualizza: “Dal gennaio 2026, oltre a registrare periodicamente gli interventi fitosanitari e di fertilizzazione, gli agricoltori dovranno trasferire nel SIAN i dati relativi alle operazioni effettuate. Operazione forse lodevole nelle intenzioni, ma con effetti potenzialmente nefasti per gli agricoltori dato che la mancata o inesatta osservanza della norma influirà negativamente sul pagamento del premio PAC. Appesantendo un meccanismo già molto articolato”.

Per tutto il 2025, dunque, sarà possibile continuare con la tenuta “tradizionale” redigendo schede cartacee afferenti agli interventi agronomici effettuati sulle diverse colture praticate. In alternativa, chi vorrà, potrà iniziare con la gestione delle medesime incombenze per mezzo dei numerosi software reperibili sul mercato. Inoltre, dal prossimo anno, considerata la stretta correlazione tra il Quaderno di Campagna ed il Piano Colturale Grafico sul SIAN, sarà necessario un puntuale aggiornamento delle colture presenti nelle particelle. Un indubbio carico di lavoro dove, come ricorda il direttore Pompozzi: “La dedizione richiesta al rispetto di tale obbligo comporterà un aggravio burocratico che potrebbe non essere compatibile con le risorse presenti in azienda. Come Unione Provinciale Agricoltori stiamo organizzando un servizio dedicato alla nuova adempienza, a disposizione di quanti volessero utilizzare questo anno di transizione per una pronta e rodata operatività nel 2026”.

Un ulteriore anno, quindi, per prendere dimestichezza con la nuova gestione interamente informatizzata durante il quale, ci si augura, chi di dovere intervenga per semplificare le moltissime criticità che ne deriveranno”.

Tags: in evidenza, Quaderno di Campagna elettronico

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