Settore apistico, ecco risorse e investimenti finanziabili

Definite le tipologie di intervento ammesse al sostegno pubblico
Economia

È di 837 mila euro l’anno da qui al 2027 la dotazione finanziaria dei bandi con cui la Regione Marche sosterrà gli investimenti nel settore apistico. Ne dà notizia Confagricoltura sottolineando che tre sono le tipologie di interventi previsti – denominati Azioni (A, B e F) – rispetto ai quali si attende l’emanazione del bando per l’annualità 2023.
Eccoli in sintesi.

AZIONE A – Servizi di consulenza, assistenza tecnica, formazione, informazione e scambio delle migliori prassi, anche tramite la creazione di reti, agli apicoltori e alle organizzazioni di apicoltori (contributo pubblico dal 90 al 100%, dotazione annua 265 mila euro).

AZIONE B – Investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali, nonché altre azioni, anche a fini di: lotta contro gli aggressori e le malattie dell’alveare, in particolare la varroasi; prevenzione dei danni causati da avversità atmosferiche e promozione dello sviluppo e dell’uso di pratiche di gestione adattate a condizioni climatiche in evoluzione; ripopolamento del patrimonio apicolo nell’Unione, incluso l’allevamento delle api; razionalizzazione della transumanza (per tutti questi investimenti contributo pubblico dal 60 al 75%, dotazione annua 252 mila euro); acquisto di attrezzature e sistemi di gestione (hardware e software) per il miglioramento qualitativo e la valorizzazione delle produzioni dell’alveare destinate al commercio (per quest’ultimo contributo pubblico al 100%, dotazione annua 155 mila euro).

AZIONE F – Promozione, comunicazione e commercializzazione, comprese azioni di monitoraggio del mercato e attività volte in particolare a sensibilizzare maggiormente i consumatori sulla qualità dei prodotti dell’apicoltura (contributo pubblico al 100%, dotazione annua 165 mila euro).

In base ai dati dell’Anagrafe apistica nazionale, le Marche registrano 3.386 apicoltori attivi, con oltre 71 mila alveari e 7.850 sciami. È la seconda regione d’Italia per numero di alverai per kmq. di superficie e la quarta nel rapporto tra apicoltori e popolazione.

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