Sì al Montepulciano sulle etichette dei vini marchigiani

Si potranno indicare i vitigni che entrano nella composizione del vino
Economia
di Veronique Angeletti

Alzano i calici i consumatori, i Consorzi di Marche, Umbria, Puglia, Molise e Lazio e numerosi produttori. Con un unico ordine del giorno votato alla Camera su iniziativa della Commissione agricoltura presieduta da Mirco Carloni, a sostegno del comparto vitivinicolo, si risolve più di un problema.

Mirco Carloni

I primi vedono confermare che «l’etichetta è la carta d’identità del prodotto» ed è quindi utile «per orientare verso una scelta consapevole e fornire adeguate garanzie di un’informazione corretta e leale tra operatori». I Consorzi prendono positivamente atto che si stimola il Governo ad adottare iniziative, anche normative, che faranno uscire dall’impasse la riforma dell’etichettatura dei vini, decreto al palo da quattro anni. I produttori hanno infine la certezza di poter raccontare quali vitigni sono all’origine dei loro vini.

Perché l’ordine del giorno, punto di arrivo di delicate negoziazioni tecniche dai risvolti economici e socio culturali, in conformità a quanto previsto dalle normative nazionali ed europee, spinge il Governo a prendere delle misure che consentono «con le dovute cautele, l’utilizzo di nomi di varietà di uve – come ad esempio Alicante, Calabrese, Montepulciano – ai fini della descrizione della base ampelografica nell’etichettatura e presentazione dei vini anche nei casi in cui le varietà siano elementi costitutivi di nomi di denominazioni protette».

Michele Bernetti

Il Montepulciano è pilastro ampelografico nelle Marche del Rosso Conero Doc, del Conero Docg e del Rosso Piceno.
Per Michele Bernetti, il presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), «come tutti i Consorzi regionali plaudiamo al lavoro di una Commissione che ha trovato una linea comune che consentirà di sbloccare del tutto il decreto etichettatura fondamentale per i rapporti tra produttori e consumatori».

L’ordine del giorno impegna il governo a stabilire, a determinate condizioni, tra le indicazioni cosiddette libere, che è possibile utilizzare tutti i nomi di varietà di uva ai fini dell’etichettatura e della presentazione dei vini. «Cioè – precisa – consente di spiegare i vitigni che entrano nella composizione del vino in uno spazio separato e ben distinto dalle informazioni obbligatorie. Informazioni veritiere e documentabili per non andare a scapo di rinomate denominazioni».

Tags: Bernetti, carloni, in evidenza, Montepulciano

Suggeriti

Acquisto nuovi trattori, oltre 3,5 milioni per le imprese agricole delle Marche

Da leggere