Lo stesso banco al Liceo Classico Campana di Osimo, condiviso per 5 anni (1972-1976), in un periodo complicato della vita dell’Italia non si può dimenticare in un lampo. Periodo dove molte cose cambiavano velocemente ed i giovani contestavano in maniera molto più decisa del passato, le vecchie generazioni.
Dove si ascoltavano musiche “impegnate” alternate (eravamo solo all’inizio) da musiche disco.
Su tutto il ricordo va a “Compagno di scuola” di Venditti (1975) sia per averlo ricordato con Antonio Prenna tantissime volte, anche recentemente, sia perché, fortunatamente abitando in piccole cittadine, la violenza politica non aveva attecchito e come recitava il poeta “Nietzsche e Marx si davano la mano”.
Finito il liceo ci eravamo un po’ persi per poi ritrovarci, quando Antonio, diventato giornalista professionista, lavorava a Tele San Marino.
Abbiamo avuto tantissimi scambi di idee, opinioni e ricordi, abbiamo anche tentato nuove avventure “culturali” come un blog “Cantiere Permanente” ispirato al vorticismo che poi fu abbandonato, come altre iniziative. Non era importante arrivare in fondo, per noi era, innanzitutto, un piacere progettarlo, studiarlo ed immaginare come realizzarlo. Quando ci vedevamo, ritornavamo, un po’ ragazzi ed avevamo l’illusione di poter fare cose che il lavoro non ci permetteva di realizzare. Antonio molte cose le realizzava scrivendo libri, saggi o poesie (Alfabeto Privato; Piante Carnivore in salotto; Twitteratura: romanzo di formattazione; ecc). Ma questi sono solo miei ricordi che mi angosciano e mi fanno sorridere allo stesso tempo, in quanto non ricordo Antonio arrabbiato ma mi risuona, costantemente, all’orecchio quel “prooonto” pronunciato tra lo scanzonato e l’ironico con il quale rispondeva al telefono. Comunque il suo tratto forse più caratterizzante è sempre stata la sua inesauribile curiosità. Un giornalista serio e preparato, per anni firma nota ed apprezzata nella Repubblica di San Marino nella cui TV di Stato ha lavorato per molti anni. Uno scrittore appassionato, colto e puntuale, capace di passare con grande semplicità dalla poesia alla saggistica, da tematiche per il largo pubblico ad argomenti più complessi ed elevati.
Un marchigiano doc, appassionato della sua terra, della sua Pieve, e delle sue tradizioni, con una inesauribile voglia di conoscere ed approfondire i più svariati aspetti di questa terra e della sua comunità. Un intellettuale eclettico che con entusiasmo e passione aveva, negli ultimi mesi, sposato subito e senza riserve il progetto editoriale di Marche Agricole, nonostante si trattasse di un settore a lui poco noto ma in cui con incredibile naturalezza si era immediatamente inserito, producendo in poco tempo diverse interviste e commenti su saggi di interesse rurale.
Una Gran Brava Persona che con la sua semplicità e spontaneità ha saputo lasciare un segno indelebile in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, soprattutto nella redazione di Marche Agricole. Alla moglie Beatrice ed alla figlia Giulia ed a tutti i familiari il nostro profondo cordoglio ed abbraccio fraterno.